Come un uccellino che si schiude nel suo nido, così viene al mondo la piccola Martina, nata a cavallo tra il 7 e l’8 ottobre tra le mura della sua casa, grazie al pronto intervento di papà Roberto. E’ proprio il papà a raccontarci l’emozione del momento in cui ha potuto scorgere la testolina della figlia e ha capito che la bambina aveva fretta di insorgere.

Una storia che ha del magico, poichè la nascita di Martina non era prevista in quella data, eppure erano giorni che Vincenzo, il primogenito di soli 18 mesi, continuava a ripetere la parola “otto”, come se avesse previsto l’avvento della sorellina. Previsione avverata, quando Chiara, la mamma, ha cominciato ad avvertire forti contrazioni nel bel mezzo della notte, susseguitesi dalla inaspettata rottura delle acque, che hanno allertato Roberto che tempestivamente ha chiamato l’ambulanza.

Sono le prime ore dell’otto ottobre, Chiara cerca di prepararsi per scappare in ospedale, deve scendere le scale ma non riesce, così da vero galantuomo è Roberto a prendere in braccio la moglie per aiutarla. Nel mentre, però, si accorge subito che ormai non serve più l’aiuto di nessuna ambulanza: la testa della curiosa bambina è già pronta ad acchiappare il mondo.

Sarà il fratellino Vincenzo a fare da assistente al padre e da supporto alla madre che, fremito di gioia, parteciperà alla grande bellezza della nascita della sorellina. Prontamente il papà si lascia seguire dall’istinto, afferra la bambina, la gira, la lascia respirare, poi tende la piccola alla mamma.

“A primo impatto, sei tu che accompagni l’accoglienza alla vita, noi dobbiamo accompagnare la natura” così descrive le sensazioni provate nel condurre la nascita della figlia, papà Roberto, come un meccanismo naturale, come la vita che genera vita e l’aiuta a sfondare le porte del mondo.
Le parole di Roberto sono piene di emozione e commozione, l’augurio che dedichiamo alla piccola Martina è quello di continuare ad anticipare la vita, ad afferrarla e renderla propria, affiancata sempre dall’amore dei suoi familiari.


di Francesca Achito