L’Ospedale Guido Chidichimo deve essere urgentemente riattivato e il Commissario ad Acta è in
possesso di tutti i poteri necessari a tal fine”. Ciò è quanto il sindaco di Trebisacce, Franco
Mundo, aveva già evidenziato al Commissario Urbani l’estate scorsa e quanto ribadito oggi dal
Consiglio di Stato che, con ordinanza collegiale n. 1369/2021, ha risposto ai dubbi attuativi in
merito al reperimento delle risorse, posti in essere dal Commissario ad acta
per l’esecuzione della sentenza 2151/2015, la quale sancisce l’annullamento della chiusura
dell’Ospedale Guido Chidichimo.

Il Consiglio di Stato, richiamando la memoria depositata dal comune di Trebisacce in data
29/01/2021, nella quale veniva denunciata la persistenza di una situazione di radicale carenza dei
servizi di emergenza sanitaria e il protrarsi di una sostanziale e gravissima non attuazione di un
giudicato risalente a sei anni orsono che espone la popolazione del territorio ad un rilevante vulnus
dei suoi diritti costituzionalmente protetti (Diritto alla salute e alla Dignità personale), ha dichiarato
“Un fatto di assoluta gravità che l’effetto conformativo della pronuncia sia rimasto ad oggi privo di
consistenza”, constatando il ritardo con cui il Commissario ad Acta, da ultimo incaricato, ha fornito
risposta al mandato affidatogli con pronuncia n.87 del 7 gennaio 2020, dato che la direttiva
impartita era di procedere “nell’immediato” e di “riattivare l’Ospedale di Trebisacce secondo uno
standard minino di efficienza” che garantisse “almeno un accettabile livello dei LEA nel territorio
di interesse”.

In merito alla richiesta di delucidazioni relative alle modalità di reperimento delle risorse finanziarie
formulate dal Commissario ad Acta, il Consiglio di Stato ha sottolineato che il “Commissario è
investito di tutti i poteri necessari ad assicurare il reperimento delle somme necessarie, anche
mediate variazioni nei capitoli del bilancio, ove ritenute coerenti con l’espletamento dell’incarico,
nonché provvedere alla adozione di tutti i provvedimenti conseguenti, anche in deroga alle norme
che disciplinano la competenza della loro emanazione”.
Il Consiglio di Stato ha inoltre sancito che il Commissario deve provvedere ”Sia all’allocazione
della somma in bilancio, ove manchi un apposito stanziamento, sia all’espletamento delle fasi di
impegno, liquidazione, ordinazione e pagamento della spesa, sia al reperimento materiale della

somma con la precisazione che l’esaurimento dei fondi di bilancio o la mancanza di disponibilità di
cassa non costituiscono legittima causa di impedimento all’esecuzione del giudicato, dovendo il
Commissario porre in essere tutte le iniziative necessarie per rendere possibile l’esecuzione della
sentenza. Pertanto – si legge nell’ordinanza collegiale – in caso si insufficienza della provvista sul
pertinente capitolo di bilancio, il Commissario ad acta può prelevare le somme da qualsiasi altro
capitolo di spesa regionale o statale, scelta a sua discrezione.”
“Immotivate inerzie – sottolinea il Consiglio di Stato – nell’esecuzione degli ordini giudiziali
possono rilevare a fini di eventuali responsabilità”.

Il Consiglio di stato ha ribadito quindi il “Pieno mandato di scopo alla realizzazione, la più sollecita
ed efficace possibile, delle opere mancanti e all’acquisizione, altrettanto urgente, delle risorse
umane e materiali a ciò necessarie, con ovvia priorità per quelle destinate a fronteggiare gli
interventi sanitari di primo soccorso ed emergenza. Sarà cura del Commissario ad acta scegliere, tra
le modalità possibili, quelle tecnicamente più praticabili e più consentanee all’obiettivo di
concretezza che a questo punto si impone con assoluta e drastica urgenza”.
Disattendendo quindi ogni ipotesi di differimento del termine di espletamento del mandato, e
ravvisando la necessità che le attività esecutive vengano avviate con repentinità e solerzia adeguate
al “grave ritardo sin qui accumulato”, il Consiglio di stato ha disposto che il Commissario ad Acta
assuma le proprie determinazioni in ordine al reperimento delle risorse finanziare necessarie e ne
fornisca riscontro entro 30 giorni.

“Continua senza sosta la nostra battaglia – ha dichiarato il sindaco di Trebisacce Avv. Franco
Mundo – con l’ennesima pronuncia del Consiglio di Stato che ribadisce come non solo l’Ospedale
di Trebisacce debba tornare alla piena operatività, ma come tutto ciò non sia più procrastinabile e
debba avvenire con la massima urgenza, tenendo conto che l’inerzia che finora ha caratterizzato
gli organi statali e regionali che dovevano agire e non l’hanno fatto, ha creato e continua a creare
danni gravi a tutto il territorio e ai cittadini che si vedono lesi i propri diritti fondamentali.
Registriamo questo ulteriore successo nel percorso che stiamo portando avanti senza sosta, certi
che anche alla luce di quanto sancito dal Consiglio di Stato in questa nuova pronuncia il
Commissario Urbani metterà in campo tutte le iniziative necessarie per far si che questo lungo
incubo giunga finalmente alla fine e che il territorio dell’Alto Ionio cosentino e della Sibaritide,
possano tornare ad avere il proprio punto di riferimento sanitario. Da parte nostra, non ci
arrenderemo mai e continueremo a portare avanti tutte le interlocuzioni e le iniziative necessarie al
raggiungimento del nostro scopo: restituire il diritto alla salute al nostro territorio è il nostro
obiettivo!”