Filomena Greco
Filomena Greco

Filomena Greco nasce a Terravecchia (provincia di Cosenza) il 11 giugno 1966.  Si forma in campo giuridico: la sua preparazione professionale le dà una base tecnica utile per operare sia nel settore pubblico che in quello privato. 

Parallelamente costruisce un’esperienza nel mondo imprenditoriale e associativo: la sua attività spazia tra turismo, agricoltura, valorizzazione del territorio e impegno socio-culturale. 

Negli anni la sua presenza assume un profilo sempre più istituzionale e organizzativo, mettendo a frutto le sue competenze professionali e il radicamento sul territorio.

Dalla guida di Cariati al salto verso la Regione: la carriera pubblica

Filomena Greco ottiene per la prima volta responsabilità amministrative come sindaca del Comune di Cariati (Cs), incarico che ricopre per due mandati. 

Durante la sua amministrazione si occupa delle questioni locali più sentite: servizi, turismo, valorizzazione territoriale. Questo le consente di costruire una base elettorale significativa e una certa visibilità.

Negli anni successivi amplia il suo campo d’azione: diventa attiva in organismi di rappresentanza economica e sociale, assume ruoli in associazioni di categoria (nel turismo, nel settore agro-alimentare), collabora con enti di tutela, e amplifica il proprio profilo pubblico. 

Il 2024–2025: nomina in Italia Viva e ritorno in Regione

A dicembre 2024 viene nominata commissario regionale di Italia Viva in Calabria, succedendo a Nunzia Paese. 

Il ruolo la pone al centro dell’organizzazione politica regionale, con l’obiettivo di rilanciare il partito, attrarre consenso e sintetizzare un progetto riformista sul territorio calabrese.

Alle elezioni regionali del 5–6 ottobre 2025, Filomena Greco si candida per la lista Casa Riformista-Italia Viva nella circoscrizione Nord e ottiene un seggio nel nuovo Consiglio Regionale della Calabria. 

La sua elezione rappresenta per molti un segnale di cambiamento: una figura con esperienza amministrativa, radicamento sul territorio e capacità di mediazione. 

All’atto della proclamazione ufficiale come consigliere, Greco ha dichiarato di voler mettere “intelligenza, cuore e passione” per affrontare le emergenze della regione — in particolare sanità, lavoro, infrastrutture e uso efficace dei fondi europei. 

Incarichi e ruoli istituzionali 2025

Con l’ingresso a Palazzo Campanella (il consiglio regionale calabrese), Filomena Greco assume un ruolo significativo come rappresentante di Casa Riformista–Italia Viva. 

Il mandato conferisce alla sua figura un peso politico nuovo: non più amministratrice locale, ma legislatrice, con la responsabilità di contribuire a decisioni che riguardano l’intera regione.

Premesse di riformismo e obiettivi dichiarati

Dal suo profilo pubblico — durante la campagna elettorale 2025 e nei primi atti da neo-consigliera — emergono alcune priorità: rilancio della sanità regionale e attenzione alle esigenze delle aree interne; uso efficace dei fondi Pnrr e investimenti in infrastrutture e servizi; sostegno a turismo, agricoltura, valorizzazione del territorio, per far leva su risorse naturali e potenzialità locali;  promozione di una politica “riformista, trasparente e al servizio dei calabresi”, come da dichiarazioni di insediamento. 

La parte critica (espressa come analisi politica, non come accuse): osservazioni e ombre sul profilo pubblico

Come ogni figura politica rilevante e nuova nel contesto regionale, anche Filomena Greco si trova oggi oggetto di valutazioni contrastanti. È importante sottolineare: le osservazioni che seguono sono riportate come opinioni di analisti, commentatori, giornalisti o ambienti politici, non come verità giudiziarie né accuse di reato.

Il peso del passato: il dossier “impresentabili” e la percezione pubblica

Nell’agosto-settembre 2025, durante la campagna elettorale regionale, la Commissione parlamentare Antimafia ha segnalato la candidatura di Filomena Greco come “impresentabile”. Secondo la comunicazione della Commissione, nei suoi confronti era in corso un procedimento penale per “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” e “corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio”. 

Greco ha reagito definendo la segnalazione “gogna mediatica” e dichiarando che l’elettorato è stanco di “giochini politici”. 

Per molti osservatori, questa vicenda mette alla prova la sua credibilità: Perché, nonostante tutto, è stata eletta? Alcuni spiegano il fatto con un ritorno di consenso verso un profilo percepito come “diverso” dai tradizionali.

Alcuni commentatori politici sostengono che la sua elezione sia anche un riflesso della confusione e del disorientamento elettorale nella regione, più che una scelta basata solo sui programmi.

È una critica legittima nell’arena politica: riguarda percezione, fiducia e rappresentanza, non aspetti penali — almeno finché non arriveranno sentenze definitive.

Riformismo ambizioso, ma rischi di essere “ultimo arrivata”

Greco arriva in Consiglio nel 2025 come componente relativamente nuova del panorama regionale: alcuni analisti osservano che questo può rappresentare un limite sul piano dell’influenza e della capacità di imporre un’agenda concreta.

Un profilo giovane, anche in termini regionali: da molti visto come “outsider” rispetto alle “vecchie guardie” politiche calabresi.

Questo significa che le sue proposte e iniziative — anche se valide — potrebbero avere difficoltà a tradursi in risultati concreti rapidamente, se non trova alleati stabili e se non riesce a costruire consenso tra gruppi diversi.

La doppia scommessa: essere “riformista” e allo stesso tempo riconosciuta come “politico locale”

Un elemento che molti commentatori sottolineano come potenziale punto di forza — ma anche di fragilità — è la duplice identità politica di Greco: da un lato è figura istituzionale, con incarichi regionali e responsabilità civili; dall’altro mantiene una forte radice territoriale (come negli anni da sindaca di Cariati e attiva nel sociale/agricoltura).

Questo doppio ruolo può essere una risorsa: permette di rappresentare il “Sud reale”, con problemi concreti, ma può anche diventare un freno: la politica regionale richiede mediazioni, equilibri, coalizioni; ciò può entrare in collisione con la sua impostazione personale, fatta di concretezza e immediatezza.

Perché Filomena Greco resta un nome da seguire nel 2025 e oltre

Dopo le elezioni 2025, Filomena Greco rappresenta un elemento di novità nella geografia politica calabrese: un profilo non tradizionale, con una storia mista tra politica locale, imprenditoria, associazionismo e — ora — legislazione regionale.

Le sue dichiarazioni inaugurali indicano ambizioni serie: sanità, infrastrutture, sviluppo sostenibile, uso del Pnrr, rilancio delle aree interne. 

In un contesto regionale segnato da crisi strutturali, disaffezione, sfiducia istituzionale e ricambi generazionali, un nome giovane — ma con un passato — come il suo può rappresentare una scommessa sul cambiamento, sulla rappresentanza concreta e sul tentativo di innovare la politica calabrese.

La storia di Filomena Greco — da sindaca di Cariati adesso consigliera regionale — è una delle testimonianze più vivide della politica calabrese oggi: una politica che cerca di innovarsi, che mescola territorio e istituzioni, che coniuga esperienza amministrativa, imprenditoria, associazionismo e aspirazioni riformiste.

Le sfide che la attendono sono molte: la sua credibilità è appena stata testata, il suo potenziale è sotto gli occhi di molti, ma l’humus politico calabrese resta complesso e refrattario ai cambiamenti facili.

Per questo, seguirla con attenzione — e con rigore giornalistico — non è un’opzione: è un dovere.