Quanti ospedali sono realmente operativi in Calabria?
Dal 2010, nell'ambito del Piano di Rientro Sanitario, sono stati chiusi 18 ospedali in Calabria

La Calabria dispone di una rete ospedaliera composta da 30 strutture pubbliche, distribuite tra cinque Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e tre Aziende Ospedaliere. Tuttavia, la piena operatività di ciascuna struttura varia significativamente, con reparti attivi, altri in fase di riorganizzazione e alcuni non funzionanti.
Gli ospedali nelle cinque province
La provincia di Cosenza conta numerosi ospedali, tra cui quelli di Castrovillari, Rossano, Corigliano Calabro, Paola, Cetraro, San Giovanni in Fiore, Acri, Trebisacce e Cariati. L'Azienda Ospedaliera di Cosenza rappresenta il principale hub della provincia. Secondo i dati disponibili, molti reparti sono attivi, tra cui medicina generale, chirurgia, ortopedia e cardiologia. Tuttavia, alcune strutture, come l'ospedale di Trebisacce, hanno subito ridimensionamenti, con la chiusura di reparti e la trasformazione in strutture territoriali. L'ospedale di Cariati è stato oggetto di discussioni per la sua riapertura, ma al momento risulta ancora inattivo. L'Azienda Ospedaliera-Universitaria "Renato Dulbecco" di Catanzaro è il fulcro della sanità provinciale, con reparti di eccellenza in diverse specialità. Gli ospedali di Lamezia Terme, Soveria Mannelli e Soverato sono operativi, sebbene con alcune limitazioni nei servizi offerti. La struttura di Chiaravalle Centrale è stata convertita in Casa della Salute, focalizzandosi su servizi ambulatoriali e territoriali. La provincia dispone principalmente dell'ospedale "San Giovanni di Dio" di Crotone, che offre una gamma completa di servizi ospedalieri, inclusi pronto soccorso, medicina interna, chirurgia e cardiologia. Tuttavia, la mancanza di ospedali secondari nella provincia rappresenta una criticità, soprattutto per le aree più periferiche. L'ospedale di Vibo Valentia è la struttura principale, supportata da presidi a Serra San Bruno, Soriano Calabro e Tropea. Mentre l'ospedale di Vibo Valentia mantiene attivi i principali reparti, le altre strutture hanno visto una riduzione dei servizi, con alcuni reparti chiusi o trasformati in ambulatori. Il Grande Ospedale Metropolitano "Bianchi - Melacrino - Morelli" di Reggio Calabria è il centro di riferimento della provincia, con reparti di alta specializzazione. Altri ospedali, come quelli di Locri, Polistena, Gioia Tauro e Melito Porto Salvo, sono operativi, ma affrontano sfide legate a carenze di personale e risorse. Alcune strutture minori, come quelle di Oppido Mamertina e Scilla, hanno visto una riduzione significativa dei servizi offerti
Ospedali chiusi e reparti inattivi
Nel 2010, nell'ambito del Piano di Rientro Sanitario, sono stati chiusi 18 ospedali in Calabria, tra cui quelli di Cariati, Corigliano, Lungro, Mormanno, San Marco Argentano, Rogliano, Acri, Trebisacce e Praia a Mare nella provincia di Cosenza; Soriano e Nicotera nella provincia di Vibo Valentia; Chiaravalle Centrale nella provincia di Catanzaro; Taurianova, Cittanova, Palmi, Oppido Mamertina, Siderno e Scilla nella provincia di Reggio Calabria. Queste chiusure hanno lasciato ampie aree della regione prive di pronto soccorso e reparti specialistici, costringendo molti cittadini a percorrere lunghe distanze per accedere a cure adeguate. Per quanto - ad oggi - alcune di queste strutture sono state riaperte, come il pronto soccorso di Cariati, molti reparti, come anestesia, radiologia e oncologia, risultano chiusi o funzionano a regime ridotto. Ad esempio, l'ospedale "Beato Angelo" di Acri ha subito una riduzione dei posti letto da 32 a 20 e la chiusura di reparti chiave, compromettendo l'accesso alle cure per la popolazione locale.
Fondi stanziati e progetti in stallo
Negli ultimi anni, sono stati stanziati fondi significativi per la sanità calabrese, tra cui oltre 22 milioni di euro destinati alla riduzione delle liste d'attesa. Tuttavia, la realizzazione di nuovi ospedali, come quelli previsti nella Sibaritide, a Vibo Valentia e nella Piana di Gioia Tauro, procede a rilento a causa di ritardi burocratici e amministrativi. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha evidenziato che, senza le recenti assunzioni e l'arrivo di medici stranieri, molti ospedali avrebbero rischiato la chiusura. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per la sanità calabrese, nominando un commissario straordinario con il compito di sbloccare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e coordinare gli interventi di riqualificazione della rete ospedaliera. La situazione attuale richiede interventi urgenti per garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi. È fondamentale riattivare le strutture ospedaliere chiuse, potenziare i reparti esistenti e assicurare una distribuzione equa delle risorse su tutto il territorio regionale. Solo attraverso un impegno concreto e coordinato sarà possibile superare l'emergenza sanitaria e restituire ai cittadini calabresi un sistema sanitario efficiente e accessibile.