Goletta Verde 2025, Calabria da incubo: oltre il 57% dei punti monitorati è inquinato
Mozziconi, plastiche, cassette elettriche e perfino pneumatici: il mare calabrese sembra più una discarica che un paradiso. E mentre i sub volontari ripuliscono, il sistema di depurazione resta fermo... come il finale di un film che non cambia mai.

Altro che “La forma dell’acqua”: qui siamo dalle parti di “Mad Max – Fury Road”, ma in versione costiera.
Il mare di Calabria, quello che ci vendiamo con orgoglio su brochure e campagne turistiche, è finito ancora una volta sotto i riflettori. Non per la sua bellezza — che resiste, a fatica — ma per l’allarmante quantità di rifiuti e l’inadeguatezza cronica del sistema di depurazione, che continua a versare nelle foci dei fiumi più liquami che acqua pulita.

A dircelo, nero su bianco (anzi, blu su verde), è Goletta Verde 2025, la storica campagna di Legambiente che ogni anno monitora la qualità delle acque lungo le coste italiane. E il verdetto, per la Calabria, è più duro di una critica di Anton Ego in “Ratatouille”:
su 23 punti campionati, 13 risultano oltre i limiti di legge.
Nove sono classificati come fortemente inquinati, quattro come inquinati e solo dieci riescono a salvarsi. Un 57% da brividi.
Il mare come una discarica: cronaca di un disastro annunciato
Siamo a Tropea, perla turistica del Tirreno, ma la scena sembra girata sul set di Wall-E. I sub volontari, insieme ai ricercatori dell’Università della Calabria e al team di “Puliamo il Mondo”, si immergono nei fondali di Formicoli e tirano fuori un campionario degno del peggior bazar dell’inciviltà: tre pneumatici, una latta arrugginita, un maglione (sì, in fondo al mare, in luglio), attrezzi da pesca, bottiglie di plastica, mozziconi a volontà, e persino una cassetta elettrica.

Manca solo un divano e siamo pronti per girare la nuova stagione di “Mare Fuori” — ma nel senso letterale del termine: il mare, qui, fuori controllo.
Depurazione? Sì, ma in un’altra regione
La vera emergenza, però, non è tanto la spazzatura che finisce in mare (che pure è già gravissima), ma quella che ci arriva dal sottosuolo, attraverso foci di fiumi e torrenti che dovrebbero essere canali di acqua dolce, e invece sono cloache a cielo aperto. Le analisi parlano chiaro: le maggiori criticità sono proprio in corrispondenza delle foci. E questo ci porta al grande non-detto: la Calabria non ha ancora un sistema di depurazione degno di una regione europea nel 2025.
Ogni anno, le istituzioni locali promettono investimenti, piani, interventi straordinari. Ogni estate, le analisi di Goletta Verde dicono che non è cambiato nulla. È come rivedere sempre lo stesso film, tipo “Il giorno della marmotta”, ma con il mare marrone invece che blu.
Basta con i pannicelli caldi: serve una rivoluzione blu
A Formicoli, per fortuna, ci sono ancora cittadini e volontari che non si arrendono. L’iniziativa di Legambiente, supportata dal CONOU – Consorzio Nazionale Oli Usati, dimostra che c’è ancora voglia di fare, di proteggere, di reagire. Ma non si può affidare la salute del nostro mare a squadre di volontari subacquei.
Qui serve un piano regionale strutturato, serio, trasparente.
Serve che le foci tornino ad essere quello che dovrebbero: sbocchi di fiumi, non tubi di scarico. Serve che chi scarica abusivamente venga identificato e sanzionato. Serve che gli impianti di depurazione funzionino tutto l’anno, non solo quando arriva Goletta Verde. E soprattutto, serve che la politica esca dalla modalità “comunicato stampa” e entri in quella “intervento reale”.
Perché la vera domanda non è più “dove fare il bagno”, ma “dove non finire sommersi”
E allora sì, celebriamo pure le bellezze della nostra costa, ma facciamolo con onestà. Perché se a luglio tiriamo fuori cassette elettriche dal mare, ad agosto non possiamo vendere “acqua cristallina e fondali da sogno”.
Non servono miracoli. Basta un po’ di civiltà, un po’ di manutenzione, un po’ di rispetto. Anche perché — come dicono quelli di Legambiente — non c’è futuro turistico in un mare in agonia. E non possiamo far finta che vada tutto bene solo perché il tramonto a Tropea resta mozzafiato.
Perché sì, la cartolina è bella. Ma se la apri… esce puzza di fogna.