«Il Mediterraneo è morto», diceva Cousteau in una delle sue ultime interviste. Era una provocazione, ma certo il nostro mare già allora non stava bene e oggi sta peggio.



Lo sguardo che daremo andrà oltre la schiumetta che troppo spesso galleggia sulla superficie.

 

Si porterà nelle profondità dei fondali della Calabria, dove si celano forme di biodiversità di straordinaria bellezza, la cui tutela potrebbe funzionare anche da attrattore turistico. Coniugare la protezione dell’ambiente con la turisticizzazione degli spazi non è facile.

 

Fonte e articolo completo su: icalabresi.it

 

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