Curinga
Curinga

Curinga è un comune della provincia di Catanzaro che si estende dalla collina fino alla costa tirrenica, degradando dolcemente verso il golfo di Sant’Eufemia. Il centro storico sorge su un’altura che domina la piana e il mare, offrendo scorci suggestivi sul paesaggio circostante. Il suo territorio è caratterizzato da ambienti variegati: boschi e colline interne con faggi, lecci e querce; la piana agricola dominata da uliveti, vigneti e agrumeti; e la costa, con circa cinque chilometri di spiagge libere, dune, pinete e zone di interesse naturalistico costiero.

Tra i simboli più celebri del territorio spicca il Platano di Vrisi, albero monumentale secolare che da molti è considerato il simbolo vivente del Comune. Con il suo fusto maestoso, tra i più grandi in Italia, cattura l’attenzione di chi percorre le contrade a monte e rappresenta un elemento di forte connessione col passato e con la natura.

Radici antiche: archeologia, terme e monasteri

La storia di Curinga affonda in millenni. Nella località di Prato San Irene sono stati identificati resti di insediamenti neolitici risalenti al periodo compreso tra il VII e il III millennio a.C., con tracce di capanne, focolari, ceramiche e materiali litici che testimoniano una continuità di vita rurale antica.

Tra le vestigia più affascinanti figurano le Terme Romane di Acconia (o Lacconia): un complesso termale articolato in ambienti quali calidarium, tepidarium, frigidarium e spogliatoi, reso efficiente da un sistema di canalizzazioni. Il sito archeologico, al margine del borgo costiero, testimonia la vitalità di questo tratto di costa nei secoli romani.

Sul versante religioso e spirituale, Curinga vanta segni del passato basiliano: l’eremo di Sant’Elia Vecchio, immerso nella vegetazione montana, è legato alla leggenda del piantare del platano monumentale da parte di un monaco. Il territorio conserva inoltre antichi monasteri, chiese rurali e cenobi che sono stati centri di spiritualità e cultura nei secoli medievali e bizantini.

Il borgo antico, le architetture e le contrade

Nel centro storico di Curinga si snodano vicoli stretti, scalinate, piazzette adornate da palazzi nobiliari e chiese di pregio, tutti elementi che rivelano uno sviluppo urbano stratificato nel tempo. Tra gli edifici di rilievo emergono Palazzo Bevilacqua, Palazzo Perugini, Palazzo Serrao e Palazzo Ciliberti: testimoni di epoche signorili e dell’evoluzione sociale della comunità locale.

Le sue frazioni e contrade — tra cui Acconia, Calicinò, Cerzeto — rappresentano nuclei abitati con proprie identità, centri agricoli e spazi residenziali. Acconia, antica Lacconia, ha un valore particolare: anticamente porto naturale, stazione romana sulle vie interne e sede del complesso termale, oggi conserva la memoria di quell’epoca e continua a essere un punto di riferimento per la cultura locale.

Economia, agricoltura e politiche territoriali

Curinga ha una vocazione agricola storica: la piana fertile e il clima mediterraneo favoriscono la produzione olivicola (olio extravergine Dop), vitivinicola (vini locali), agrumeti (arance, limoni) e ortaggi. L’apicoltura e la floricoltura arricchiscono ulteriormente la varietà produttiva.

Malgrado l’importante patrimonio agricolo, il Comune deve affrontare le sfide tipiche dei piccoli centri: la mancanza di infrastrutture moderne, la difficoltà a trattenere i giovani e l’esigenza di dare impulso a turismo, valorizzazione del patrimonio e innovazione. L’essere inserito tra i Borghi di Eccellenza della Calabria e l’adesione al Fondo Ambiente Italiano testimoniano, però, un’aspirazione forte a promuovere Curinga non solo come luogo da ammirare, ma come comunità viva da abitare.

Sfide e prospettive

Per Curinga il futuro passa attraverso il recupero del potenziale culturale, ambientale ed economico. Promuovere il turismo legato all’archeologia — terme, eremi, percorsi naturalistici — può essere un’opportunità significativa. Occorre anche potenziare i collegamenti stradali, i trasporti pubblici e le infrastrutture digitali per connettere meglio il borgo con i centri maggiori.

La promozione della mobilità lenta (piste ciclabili, sentieri) e degli itinerari culturali può attrarre visitatori sensibili alla bellezza autentica. Il recupero del centro storico, con interventi di restauro e riqualificazione, può rendere Curinga più vivibile e attrattiva. Infine, rafforzare le filiere locali, incentivare start-up agricole, agriturismi e attività artigiane può favorire un’economia più stabile e radicata.

Curinga è un microcosmo calabrese che racchiude in sé natura, memoria, bellezze e speranze. Se saprà valorizzare le sue unicità e costruire reti di relazioni con il territorio, potrà trasformarsi da borgo dimenticato a comunità che guarda oltre il mare e oltre il tempo.