È finito in carcere con l'accusa di tentato omicidio Rosario Barbaro, 53 anni, originario di Platì ma residente da tempo in Lombardia, dove risiedeva nella zona sud-ovest di Milano, tra Corsico e Buccinasco. L’uomo, ex collaboratore di giustizia e volto noto della criminalità organizzata calabrese trapiantata al Nord, è stato arrestato dopo aver aggredito violentemente il suocero, l’ottantenne Angelo Draghi.

L’aggressione in casa, al culmine di un litigio

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’episodio si è consumato al culmine dell’ennesimo litigio familiare. Barbaro avrebbe afferrato un martello e colpito più volte alla testa l’anziano, riducendolo in fin di vita. Le condizioni di Draghi sono apparse da subito gravissime: l’uomo è stato trasportato d’urgenza in ospedale, dove lotta tra la vita e la morte.

Una figura di spicco della cosca Barbaro

Rosario Barbaro, noto anche con il soprannome di “Rosi”, è considerato un elemento di primo piano dell’omonima cosca di Platì, storicamente radicata nell’Aspromonte e da tempo presente anche nell’hinterland milanese. Proprio tra Corsico e Buccinasco la cosca aveva stabilito una delle sue principali roccaforti operative al Nord.

Dopo aver collaborato con la giustizia, Barbaro aveva cercato di allontanarsi da quell’ambiente, ma non è mai uscito davvero dai radar delle forze dell’ordine. Il suo passato criminale e i legami familiari con la cosca continuavano a tenerlo ancorato a un contesto difficile da spezzare.

Indagini in corso: torna l’allarme sul radicamento della ’ndrangheta al Nord

L’episodio ha riacceso l’attenzione sul fenomeno del radicamento delle cosche calabresi in Lombardia, e in particolare nel tessuto urbano milanese, dove dinamiche familiari e criminali spesso si intrecciano in modo drammatico.

Le forze dell’ordine stanno ora lavorando per chiarire tutti i contorni della vicenda e capire se dietro la violenza esplosa ci siano motivazioni più profonde. Nel frattempo, per Rosario Barbaro si sono aperte le porte del carcere