Il Lago Cecita
Il Lago Cecita

Giunta alla sua ventesima edizione, la campagna “Goletta dei Laghi 2025” di Legambiente chiude il suo percorso nazionale proprio nel cuore verde della Calabria, tra i boschi e i bacini idrici dell’altopiano della Sila. L’ultima tappa si è concentrata su cinque importanti specchi d’acqua: Arvo, Cecita, Ampollino, Ariamacina e Passante, uno per ciascun lago. I risultati del monitoraggio sono incoraggianti: in tutti i punti analizzati, i valori di escherichia coli ed enterococchi intestinali rientrano nei limiti di legge, segno di una buona qualità microbiologica delle acque.

Parametri chimici eccellenti, ma nessun aggiornamento dal 2009

Buone notizie anche sul fronte chimico-fisico: pH, conducibilità, azoto, nitriti, nitrati, fosforo, cloruri e solfati si attestano nelle fasce di qualità più alte. Tuttavia, nonostante i risultati confortanti, resta un’ombra sulla gestione ambientale. «Le acque dei laghi silani sono pulite e i dati lo confermano – ha dichiarato Antonio Nicoletti, presidente del Circolo Legambiente Sila – ma sono gli unici rilevamenti sistematici esistenti, poiché i dati ufficiali regionali sulle acque superficiali non vengono aggiornati dal 2009». Da qui la richiesta di una strategia pluriennale per la tutela integrata dei bacini lacustri, che valorizzi la risorsa idrica come bene comune e motore di sviluppo locale.

Sila destinazione sostenibile: serve un piano per la balneabilità

A rimarcare la vocazione turistica dell’area è intervenuta anche Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, che ha posto l’accento sulla necessità di rilanciare il potenziale della Sila attraverso un’offerta turistica rispettosa dell’ambiente. «Il nostro altopiano ha tutte le carte in regola per puntare su un turismo attivo e sostenibile, tra mobilità dolce, paesaggi incontaminati, tradizioni enogastronomiche e borghi rurali. Ma per farlo servono atti concreti: è urgente avviare il percorso per rendere balneabili i laghi silani, superando i limiti gestionali e le resistenze burocratiche che da anni frenano questo passaggio». L’appello, forte e chiaro, si unisce alla richiesta di una rinnovata governance ambientale che faccia del Parco Nazionale della Sila una vera eccellenza del Mezzogiorno.