San Pietro Apostolo, un borgo silano tra storia, fede e tradizioni agricole
Storie di resilienza, cultura rurale e legami patriottici nel cuore della Calabria

San Pietro Apostolo fu fondato nel XVII secolo da agricoltori fuggiti da Motta Santa Lucia in seguito al devastante terremoto del 1638. Trovarono ospitalità presso il principe Cigala di Tiriolo, insediandosi nella zona denominata "Colla Pagliara", dove sorsero le prime abitazioni. Il nome del paese proviene da una piccola statua dedicata all’apostolo Pietro, eretta in loco. Negli anni successivi, la comunità si trasferì in una zona più riparata e accogliente per insediarsi definitivamente.
Autonomia e momenti patriottici
Fino alla fine del XVIII secolo San Pietro Apostolo rimase sotto la giurisdizione del vicino comune di Tiriolo. Nel 1807 ottenne l’autonomia amministrativa grazie alla legge che ne riconobbe la funzione di comune autonomo, dapprima con il nome di “San Pietro a Tiriolo”. Nel 1811 assunse la denominazione definitiva di “San Pietro Apostolo”. Un episodio storico di rilievo è legato alla sosta di Giuseppe Garibaldi, ospitato presso il Palazzo Tomaini tra il 28 e 29 agosto 1860, mentre pianificava le tappe decisive della spedizione dei Mille. Questo momento è tuttora commemorato all’interno del palazzo.
Economia rurale e artigianato storico
Nella storia economica del borgo, un ruolo centrale è stato svolto dalla raccolta e lavorazione della ginestra, una pianta fibrosa impiegata nella produzione tessile. Questo filato vegetale veniva ammollito nelle acque del fiume Amato e trasformato dagli artigiani locali per il confezionamento di stoffe. Allo stesso modo, la sericoltura ha avuto una rilevanza significativa: allevatori di bachi da seta nutrivano i vermi con foglie di gelso bianco, confezionando filati destinati ai mercati di Catanzaro e delle zone limitrofe.
Paesaggio, clima e natura
Posto a circa 750-780 metri sul livello del mare sulle pendici dell’Appennino Silano, San Pietro Apostolo gode di un clima fresco in estate e rigide nevicate in inverno. Il territorio, compreso tra i fiumi Amato e Corace e in prossimità del Monte Portella, offre una varietà paesaggistica notevole: boschi di castagni, querceti e pinete si alternano con aree coltivabili e rilievi più elevati.
Vita sociale, cultura e eventi tradizionali
Oggi il paese ha una vivace vita associativa e culturale. Si realizzano rappresentazioni sacre come la celebre “Pigliata”, una drammatizzazione in prosa della Passione che dura diverse ore. Accanto a questa, numerose feste popolari animano il borgo: dalla patronale di San Pietro, alla Madonna del Carmelo, fino alle feste legate alla Madonna della Lettera. In estate, eventi culturali e letterari coinvolgono la comunità e i visitatori, animando le piazze e valorizzando la vita del borgo.