La recente pronuncia della Corte Costituzionale, che ha dichiarato inammissibile il ricorso del governo contro la legge della Regione Puglia sul salario minimo, riaccende il dibattito nazionale sul lavoro e sulle tutele salariali. Dopo la bocciatura della Corte dei Conti sul ponte sullo Stretto, secondo Pasquale Tridico ed Enzo Bruno si tratta di un nuovo stop politico e istituzionale per l’esecutivo, ma anche di un passaggio rilevante sul piano dei diritti sociali.

Una misura di giustizia sociale secondo Tridico e Bruno

Per l’europarlamentare Tridico e il consigliere regionale Bruno, la fissazione di una soglia minima di 9 euro l’ora rappresenta il confine necessario tra lavoro e sfruttamento. Una misura già adottata nella maggior parte dei Paesi europei e considerata indispensabile per contrastare il fenomeno del lavoro povero. Secondo i due esponenti, il salario minimo non è solo uno strumento economico, ma una scelta di civiltà che tutela la dignità delle persone.

La proposta per la Calabria

Tridico e Bruno ricordano come il salario minimo regionale fosse già parte del programma presentato agli elettori calabresi, con l’obiettivo di garantire una retribuzione dignitosa senza gravare sulle imprese. Da qui l’appello a lavorare anche in Calabria a una proposta di legge regionale che assicuri almeno 9 euro l’ora ai lavoratori che operano nei rapporti con la Regione, ritenendo che al di sotto di questa soglia non si parli più di lavoro, ma di sfruttamento.