Tropea, ospedale al collasso: Piserà chiede un fronte comune per salvare il diritto alla salute
Reparti chiusi, personale ridotto e servizi in crisi. L’ex consigliere comunale lancia un appello ai sindaci della Costa degli Dei
L’ospedale di Tropea versa in condizioni sempre più gravi. A denunciarlo è l’ex consigliere comunale Antonio Piserà, che in una lettera aperta indirizzata ai Commissari Prefettizi del Comune e ai sindaci dei comuni limitrofi – Ricadi, Joppolo, Spilinga, Parghelia, Zambrone, Briatico, Drapia, Zaccanopoli e Zungri – parla di una promessa mantenuta solo dal disinteresse e dall’incompetenza.
Piserà denuncia reparti chiusi, personale ridotto al minimo e servizi territoriali in forte affanno. Dialisi e psichiatria sarebbero in crisi, e il Pronto Soccorso non riuscirebbe più a garantire i livelli minimi di assistenza. Una situazione che mette a rischio l’intera popolazione del comprensorio, aggravata dalla pressione turistica che ogni anno interessa la Costa degli Dei.
Una crisi che dura da anni
La lenta agonia dell’ospedale non è un fatto recente, ma il risultato di anni di scelte mancate. Il quadro delineato da Piserà è quello di un presidio progressivamente smantellato: l’Urologia ferma dopo le dimissioni del dottor Ventrice, la Proctologia impossibilitata a operare per mancanza di anestesisti, l’Oncologia a rischio chiusura per i pensionamenti, i servizi ambulatoriali e il Sert privi di personale medico.
Gravi anche le difficoltà del Centro Dialisi, dove la carenza di operatori e la manutenzione irregolare delle apparecchiature compromettono la continuità assistenziale. A questo si aggiunge la psichiatria territoriale, ormai priva di risorse e continuità operativa.
Una crisi che colpisce non solo i residenti, ma anche i turisti, fondamentali per l’economia del territorio. “Un ospedale efficiente – spiega Piserà – è parte integrante della sicurezza e dell’immagine turistica. Non si può promuovere un luogo d’eccellenza e al tempo stesso accettare un sistema sanitario che non riesce a garantire l’emergenza.”
L’appello per un’assemblea pubblica
Per uscire dall’immobilismo, Piserà propone ai sindaci della costa e dell’entroterra di autoconvocarsi in un’assemblea pubblica aperta, coinvolgendo amministrazioni locali, sindacati, associazioni civiche, cittadini e la Chiesa diocesana.
L’obiettivo è dichiarare lo stato d’agitazione permanente e redigere un documento unitario da consegnare al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Una richiesta di intervento immediato per restituire dignità e funzionalità all’ospedale di Tropea e, più in generale, all’intero sistema sanitario vibonese.
“Non deve derivarne una manovra politica – precisa Piserà – ma una battaglia di civiltà e dignità. La salute è un diritto costituzionale che va garantito a tutti, indipendentemente dal comune di residenza. Oggi serve una sola voce, quella del territorio.”
Un fronte unito per difendere la sanità pubblica
L’appello è chiaro: superare i confini amministrativi e costruire un fronte civico e istituzionale per salvare il diritto alla salute. Solo una mobilitazione compatta può riportare l’ospedale di Tropea al centro della rete sanitaria calabrese e impedire che diventi l’ennesimo simbolo di abbandono.
“Tropea – conclude Piserà – non deve diventare il simbolo della sanità dimenticata, ma il punto di partenza di una rinascita civile. La salute è un diritto sacrosanto e tutelarla è un dovere che affonda le radici nel rispetto della vita stessa.”