Incendi in Italia, allarme roghi nel 2025: la Calabria seconda per superficie bruciata
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, da gennaio a luglio oltre 100 km² di territorio calabrese sono andati in fumo

Nel 2025, la Calabria si conferma tra le regioni italiane più colpite dagli incendi. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, da gennaio a luglio di quest’anno sono andati in fumo 102 chilometri quadrati di territorio calabrese, un dato allarmante che la posiziona al secondo posto a livello nazionale, subito dopo la Sicilia (175 km²). Il totale nazionale supera i 320 km² di superficie bruciata solo nei primi sette mesi dell’anno, un trend in forte crescita rispetto ai dati dell’intero 2024, quando gli incendi avevano devastato 514 km² di aree italiane.
L’analisi dell’Iss: incendi sempre meno stagionali
A spiegare l’emergenza è Gaetano Settimo, coordinatore del Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor dell’Iss, che ha evidenziato come l’andamento stagionale degli incendi stia cambiando: “Benché l’estate, con l’aumento delle temperature e delle attività umane all’aperto, resti la stagione più a rischio, la stagionalità degli incendi sta scomparendo”. Questo fenomeno sarebbe causato non solo dai cambiamenti climatici, che portano a condizioni meteorologiche sempre più irregolari, ma anche da una carente gestione del territorio e dalla scarsa efficacia delle azioni di prevenzione.
L’appello degli esperti: attenzione costante e politiche attive
L’Iss invita le istituzioni e la cittadinanza a non abbassare la guardia, neanche nei mesi meno caldi. “È fondamentale – sottolinea Settimo – mantenere alta l’attenzione sul tema degli incendi durante tutto l’anno”. In regioni come la Calabria, caratterizzate da grandi estensioni boschive, aree rurali spesso difficili da controllare e fenomeni di incendio doloso o colposo, la prevenzione dovrebbe essere un’attività costante, supportata da strategie di monitoraggio, sensibilizzazione e controllo del territorio.
Un bilancio che preoccupa la Calabria
I 102 km² di superficie bruciata rappresentano un grave colpo al patrimonio ambientale calabrese, con conseguenze devastanti su biodiversità, qualità dell’aria, agricoltura e sicurezza pubblica. I dati dell’ISS si aggiungono agli allarmi lanciati nei mesi scorsi dalle istituzioni regionali e nazionali, e sottolineano la necessità di rafforzare la presenza dei presìdi antincendio, migliorare la manutenzione dei boschi e intervenire duramente contro gli incendiari. Il rischio, altrimenti, è di assistere ogni anno a stagioni sempre più drammatiche, come quella in corso.