Il nome “Facciazza” torna spesso nelle inchieste antimafia. È il soprannome con cui viene indicato Giuseppe “Pino” Piromalli, patriarca della cosca Piromalli di Gioia Tauro, oppure riferimento diretto al figlio Antonio “Facciazza” Piromalli, oggi protagonista in diversi procedimenti giudiziari. Conosciuto per la sua capacità di tessere affari che vanno dall’imprenditoria al traffico illecito, “Facciazza” è uno dei simboli più attivi e controversi della ‘ndrangheta calabrese contemporanea.

Chi è “Facciazza”

“Facciazza” è il soprannome di Giuseppe Piromalli, storico boss della cosca di Gioia Tauro, ma al tempo stesso è spesso usato anche per riferirsi al figlio Antonio Piromalli, ormai figura centrale in diverse indagini.
Antonio Piromalli, nato nel 1972 e figlio di Pino detto “Facciazza”, ha assunto negli anni ruoli di comando all’interno del clan, in particolare nel settore degli affari imprenditoriali in Italia settentrionale.

I crimini accertati

Le vicende giudiziarie che coinvolgono Antonio / “Facciazza” Piromalli sono molteplici e gravi:
È stato condannato in appello a 19 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e truffa aggravata.
È coinvolto nell’operazione “Provvidenza” (2017), che ha evidenziato una rete di società utilizzate per riciclare denaro e nascondere reali proprietari degli interessi economici.
Nel corso di quell’operazione è stato disposto un sequestro di beni per circa 1 milione di euro, che comprendeva complessi aziendali, disponibilità finanziarie e aziende, localizzate tra Milano, Inzago e la provincia di Reggio Calabria.

I legami e le attività

Antonio Piromalli ha avuto una forte presenza nel mercato ortofrutticolo di Milano. Attraverso rapporti con imprenditori e società, ha potuto esercitare attività economiche rilevanti tanto nel settore agricolo che in quello commerciale.
Le attività illecite contestate non si limitano al territorio calabrese: riciclaggio internazionale, uso di società schermo, intestazione fittizia di beni, utilizzazione di procedure societarie per mascherare il reale controllo degli affari.

Stato attuale del procedimento

Nonostante la condanna in appello, Antonio Piromalli è ricorrente in Cassazione, il che significa che alcune pene o condanne non sono ancora definitive.
È stato oggetto di sequestri preventivi e amministrativi di beni per cifre importanti, proprio per impedire la continuazione delle sue attività attraverso patrimoni riconducibili al clan.

Perché questa descrizione conta

Questa è la fotografia verificata, aggiornata a quanto emerso pubblicamente fino ad oggi, riguardo a “Facciazza” / Antonio Piromalli. Non si tratta di rumor, ma di azioni giudiziarie con sentenze di appello, sequestri e operazioni ufficiali. Questo profilo è importante per capire come funzionano oggi le cosche in Calabria: non soltanto violenza e controllo territoriale, ma anche capacità di costruire imprese, infiltrarsi nell’economia “legale” e gestire patrimoni nascosti.