Calabria al voto: vincono i socialisti, perdono i partiti
Sandro Principe, Aieta e Perrotta tornano sindaci senza padrini nazionali. Il PD esce a pezzi, il centrodestra arranca, e la politica calabrese si ridisegna fuori dai simboli

È fin troppo facile analizzare il voto delle amministrative calabresi sottolineando che a vincere sono stati i leader più radicati del territorio (ma non solo), e che non hanno avuto bisogno dei big nazionali.
Il trittico socialista
Da ore diciamo che il vincitore assoluto di questa tornata è Sandro Principe che torna a guidare la sua Rende dopo vent’anni con una percentuale che sfiora il 60% dei consensi e avversari che non hanno proprio preso parte alla partita. Principe ora si pone come il vero leader dei riformisti tanto da poter dare una lezione al Partito democratico, a pochissime ore dalla sua vittoria, dicendo che il Pd ha smarrito proprio la strada del riformismo.
Un passo indietro alla vittoria rendese, c’è quella di un altro socialista e cioè Giuseppe Aieta che torna a guidare la sua Cetraro. Qualche chilometro più a sud, sempre sulla costa tirrenica cosentina, c’è il ritorno di Roberto Perrotta a Paola.
La gente li ha voluti, li ha votati e ora tornano a guidare le loro comunità senza dover dire “grazie” a nessuno nel centrosinistra regionale.
Il Partito democratico esce con le ossa rotte
Nonostante a livello nazionale il Pd abbia fatto cose buone (vedi Genova e Ravenna, ad esempio), in Calabria la sindrome di Tafazzi continua imperterrita. Nella vittoria rendese non può mettere bocca perché ha messo un veto pesante sulla candidatura Principe e ha proposto il giovane Giovanni Bilotti senza però dare il simbolo ufficiale del partito. Ci siamo ma non ci siamo. Ci siamo sì ma al contrario con la lista Democratici e progressisti. E i risultati si sono visti… A Isola Capo Rizzuto, in una corsa a tre, è riuscito ad arrivare ultimo con Filici. Storia diversa può accadere a Lamezia Terme dove Doris Lo Moro, lei sì appoggiata apertamente dal Pd calabrese, può ancora dire la sua.
La crisi del Pd avrà ripercussioni sulla città di Cosenza?
L’avanzata socialista e l’arretramento del Pd porteranno qualcosa anche nell’amministrazione cosentina guidata dall’ex segretario provinciale del Psi Franz Caruso. Hai voglia a dire che è tutto rose e fiori ma, di recente, le frizioni fra Caruso e il Pd cosentino (che, tradotto, significa Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio e, più in là, Carlo Guccione), ci sono eccome. Ora vediamo come andrà il gioco della corda e in quale campo sarà tirata più forte.
Il centrodestra
Il centrodestra, come sua consuetudine, va mettendoci la faccia più apertamente rispetto ai suoi avversari. A Rende qualche big per Marco Ghionna è sceso. Basti pensare a Salvini e al timido abbraccio del governatore Occhiuto alla fine della campagna elettorale. Se c’è uno che c’ha messo la faccia questo è stato Gianluca Gallo che era presente alla candidatura di Ghionna e che, comunque, rappresenta ancora il partito più importante della coalizione di governo regionale e cioè Forza Italia. Quella Forza Italia che ha messo la faccia, nuovamente, nella candidatura di Murone a Lamezia (che al ballottaggio partirà davanti), e a Cassano con la lista Azzurra a sostegno di Iacobini ma che tutti sanno essere espressione dell’assessore regionale all’Agricoltura.
Scenari
Il centrodestra, regionale e nazionale, deve riflettere e parecchio perché se il centrosinistra si ricompatta possono essere guai. E i centrosinistra dovrà mordersi la lingua e trovare alleanze che vadano da Renzi a Irto e da Calenda alla Orrico. Se no, il turno per governare la Regione può saltare ancora.