Calabria, l’acqua che (non) scorre: una rete idrica colabrodo tra sprechi e ritardi
Negli ultimi anni, sono stati stanziati fondi significativi per migliorare la rete idrica calabrese

In Calabria, quasi la metà dell'acqua immessa nelle reti di distribuzione viene dispersa: secondo i dati ISTAT, la percentuale di perdita si attesta al 48,7%, con punte del 66,5% a Cosenza e del 65% a Vibo Valentia . Questa situazione è aggravata da una rete idrica obsoleta, con molte infrastrutture risalenti agli anni '50 e '60, costruite dalla Cassa per il Mezzogiorno .
Investimenti ingenti, risultati incerti
Negli ultimi anni, sono stati stanziati fondi significativi per migliorare la rete idrica calabrese. Il progetto "Cantiere Abatemarco", ad esempio, prevede interventi per oltre 70 milioni di euro, mirati alla riduzione delle perdite e all'ingegnerizzazione delle reti . Tuttavia, nonostante gli investimenti, i risultati tardano ad arrivare, e molti comuni continuano a fronteggiare emergenze idriche con interventi tampone.
Un servizio costoso per i cittadini
Nonostante le inefficienze, i cittadini calabresi continuano a pagare per un servizio spesso inadeguato. Nel 2024, la spesa media per la bolletta idrica è stata di 349 euro per famiglia, con aumenti significativi rispetto agli anni precedenti . Questa situazione solleva interrogativi sulla gestione delle risorse e sulla trasparenza degli investimenti.
Un futuro incerto
La Calabria si trova di fronte a una sfida cruciale: modernizzare una rete idrica vetusta e inefficiente. Senza interventi strutturali e una gestione più trasparente, il rischio è quello di continuare a sprecare una risorsa preziosa, con costi elevati per i cittadini e per l'ambiente.