Funerali di Padre Fedele
Funerali di Padre Fedele

Una folla silenziosa e commossa si è raccolta stamattina per accompagnare Padre Fedele Bisceglia nel suo ultimo viaggio terreno. Il frate, simbolo di un amore incondizionato per i più deboli e di un legame indissolubile con la città di Cosenza e i suoi tifosi, si è spento all’età di 87 anni, nel reparto di Geriatria dell’Inrca. Le sue ultime settimane sono state segnate dalla sofferenza, affrontata con dignità e forza, come era solito fare, anche nei momenti più duri.

In chiesa, gremita fino all’inverosimile, erano presenti volti di ogni tipo: familiari, amici, cittadini, ultras del Cosenza e anche supporter del Casarano, istituzioni locali, compresi il sindaco Caruso, e soprattutto le tante persone che, nel corso della sua vita, avevano ricevuto conforto e aiuto. Ad accogliere il feretro, semplice come lui, un lungo applauso e uno striscione esposto all’Oasi Francescana che parlava da solo: “Tra ultimi e ultras il tuo esempio vivrà nell’eternità”. Sopra la bara, il Vangelo, una maglia del Cosenza con il suo nome e le sciarpe delle sue squadre del cuore, Cosenza in primis, ma anche Salernitana.

Il cuore grande di un uomo semplice

Padre Fedele non è stato solo un religioso, ma una figura carismatica e controversa, che ha saputo stare accanto agli ultimi senza mai tirarsi indietro, anche quando la vita lo ha messo alla prova. Durante la celebrazione, il vescovo di Cosenza Giovanni Checchinato e Padre Giovanni Loria, Provinciale dei Cappuccini, hanno condiviso parole che hanno scavato a fondo nelle emozioni dei presenti.

Foto di Attilio Sabato

Padre Loria, nella sua omelia, ha ricordato il senso profondo della sofferenza e del dono: “Solo l’amore donato e offerto può renderci eterni” – ha detto, sottolineando come la malattia di Padre Fedele sia stata vissuta come una testimonianza silenziosa di fede, non come una condanna. La sua esistenza, ha spiegato, è stata un continuo invito a vedere negli altri, specialmente nei più fragili, il volto di Dio.

Un’eredità fatta di fede, carità e riconciliazione

Durante la cerimonia, è stato letto il testo con cui la Città di Cosenza gli ha conferito il Sigillo d’Onore, riconoscendo il valore della sua opera: dalla fondazione dell’Oasi Francescana all’impegno costante per la giustizia sociale e la solidarietà.

Ma forse l’eredità più grande che lascia non è solo materiale, bensì spirituale e morale. Padre Fedele credeva profondamente nella forza del perdono e nel valore della riconciliazione: “Si deve concedere perdono al fratello per riceverlo da Dio” – amava ripetere. E proprio questo spirito ha attraversato ogni parola pronunciata oggi: l’appello a lasciare da parte divisioni, rancori, malintesi. A chiudere l’omelia, l’invito del celebrante al clero e ai fedeli: “Facciamo ciò che lui ci ha chiesto? Vogliamo essere segno di pace e di bene?”.

Il “frate ultrà” ha lasciato il campo, ma la sua voce e il suo esempio restano forti, impressi nei cuori di chi l’ha conosciuto e amato. Ora, come è stato detto al termine della funzione, “riposa in pace, Padre Fedele, e prega per la tua Cosenza”.