Secondo la Relazione annuale 2025 della Direzione centrale per i servizi antidroga, in Italia i minorenni segnalati all’Autorità giudiziaria per reati legati alla droga sono stati 1.202, pari al 4,29% del totale dei deferiti. Il dato segna un calo del 4,07% rispetto al 2023. Tra questi, 830 erano italiani (in calo dell’11,89% rispetto all’anno precedente), mentre 372 stranieri (in crescita del 19,61%), in prevalenza tunisini, egiziani, marocchini e senegalesi. La quasi totalità dei minori coinvolti, il 99,75%, è stata denunciata per traffico e spaccio di stupefacenti, confermando un trend che vede i più giovani spesso legati alle dinamiche di distribuzione più che al consumo.

Sud e isole, territori più esposti al fenomeno

Il report evidenzia come le aree più colpite dal traffico di crack siano quelle del Mezzogiorno e del Centro Italia, con un incremento allarmante di arresti tra i minorenni: da 34 nel 2023 a 73 nel 2024, pari a un aumento dell’87,23%. In particolare, Campania, Sicilia e Lazio sono le regioni che registrano i quantitativi più elevati di sequestri, segno di una diffusione capillare di questa sostanza. Nel complesso, sul totale delle 27.989 persone segnalate per reati di droga in Italia, il 33,29% proviene dal Sud e dalle isole, un dato che fotografa la forte esposizione del Meridione al fenomeno, in un equilibrio nazionale dove il Nord raccoglie il 40,95% e il Centro il 25,76%.

Calabria tra criticità e rischio infiltrazioni

La Calabria, pur non figurando tra le regioni con i numeri assoluti più elevati, resta un territorio sensibile al problema, sia per la sua posizione geografica strategica lungo le rotte internazionali della droga, sia per la presenza della criminalità organizzata. La diffusione tra i giovani, unita alla crescita del consumo di crack, rischia di incidere sulle comunità locali con conseguenze sociali e sanitarie significative. L’aumento di minorenni coinvolti, in particolare tra gli stranieri, segnala inoltre un reclutamento che avviene spesso nei contesti più fragili, dove la mancanza di opportunità formative e lavorative alimenta vulnerabilità. Per la Calabria, come per tutto il Sud, la sfida resta duplice: rafforzare i controlli e, allo stesso tempo, investire in politiche di prevenzione e inclusione capaci di sottrarre i giovani al circuito dell’illegalità.