In Calabria essere madre è, sempre più spesso, un atto di resistenza. A pochi giorni dalla Festa della mamma, il nuovo rapporto di Save The Children “Le equilibriste – La maternità in Italia 2025” accende i riflettori su una realtà dura e poco raccontata: le madri italiane sono sempre più sole, penalizzate e ai margini del mercato del lavoro, e la situazione è particolarmente critica nelle regioni del Sud. La Calabria, in questa geografia della fragilità materna, si colloca tra gli ultimi posti della classifica Istat delle regioni "mother friendly", seguita solo da Puglia, Campania e Basilicata. Il divario occupazionale tra uomini e donne con figli è allarmante. A livello nazionale, nel 2024, si registrano quasi 29 punti percentuali di differenza tra padri e madri con almeno un figlio minore. E se il lavoro femminile è già un terreno difficile, la maternità spesso lo trasforma in una trappola sociale. In Calabria, poco più di una madre single tra i 25 e i 34 anni riesce a lavorare. Questo le colloca tra le categorie più vulnerabili, più esposte al rischio di povertà, in una regione in cui l’occupazione femminile è da sempre uno dei nodi irrisolti.

Il rapporto

Il rapporto mette in evidenza anche la cosiddetta “child penalty”, la penalizzazione legata alla maternità: mentre tra gli uomini la presenza di figli corrisponde a una maggiore occupazione (oltre il 91% dei padri lavora), tra le donne succede l’opposto. Il tasso occupazionale delle madri cala drasticamente, e per una su cinque la nascita di un figlio coincide con l’abbandono del lavoro. Le madri sole, in particolare, vivono una condizione di fragilità estrema. In Italia le famiglie monogenitoriali sono cresciute del 44% in dieci anni, passando da 2,6 a 3,8 milioni, e la stragrande maggioranza – quasi l’80% – è costituita da madri con figli. Si stima che entro il 2043 le madri sole supereranno i 2,3 milioni. E in Calabria, dove la rete di servizi pubblici e welfare è spesso carente, questa solitudine assume contorni ancora più drammatici. A peggiorare il quadro, c'è il costante declino demografico. Il 2024 ha fatto registrare un nuovo record negativo per le nascite in Italia: solo 370.000 nuovi nati, con un calo del 2,6% rispetto all'anno precedente. La Calabria non è immune da questo fenomeno: la mancanza di lavoro stabile, servizi all'infanzia e sostegni concreti scoraggiano sempre più giovani donne dal mettere al mondo dei figli. Essere madre in Calabria oggi significa affrontare una sfida quotidiana fatta di precarietà, discriminazioni e assenza di politiche strutturate. E se è vero che la maternità dovrebbe essere una scelta libera, tutelata e valorizzata, i numeri raccontano un’altra storia. Una storia fatta di solitudini silenziose, di sacrifici invisibili, di diritti negati. Dare voce a queste donne è il primo passo per cambiare davvero.