I resti della Fonderia di Mongiana
I resti della Fonderia di Mongiana

Mongiana, Comune della provincia di Vibo Valentia, sorge alle pendici del Monte Pecoraro, nel cuore delle Serre calabresi. Le sue origini moderne risalgono al 1771, quando fu edificato come villaggio operaio per ospitare gli operai, gli artigiani, i militari e i tecnici delle “Reali Ferriere e Officine” istituite dai Borbone. In pochi decenni il centro trovò la sua ragione d’essere nella produzione del ferro e nella fabbricazione di armi, diventando un punto di riferimento non solo per la Calabria ma per l’intero Regno delle Due Sicilie.

All’apice della sua attività, nel XIX secolo, la siderurgia di Mongiana impiegava migliaia di lavoratori ed era capace di produrre semilavorati ferrosi destinati anche a importanti opere infrastrutturali d’Italia. Dopo l’Unità d’Italia, tuttavia, l’industria entrò in declino: la chiusura definitiva arrivò alla fine dell’Ottocento, lasciando dietro di sé rovine, memorie e un territorio segnato da una trasformazione profonda.

Un’ecomuseo per la memoria: le Ferriere tornano a vivere

Oggi il cuore di Mongiana è rappresentato dall’“Ecomuseo delle Reali Ferriere e Fonderie di Calabria”, un percorso di archeologia industriale e valorizzazione naturalistica che permette di visitare gli alti forni, le officine in rovina, gli edifici di servizio e la struttura del villaggio operaio. Questo museo all’aperto restituisce la dimensione di un tempo in cui Mongiana era una città-fabbrica moderna: case per operai, edifici religiosi, scuole, officine, un sistema produttivo avanzato per l’epoca.

L’archeologia industriale restituisce volti, macchinari, documenti, storia — e offre un’occasione di riflessione sul passato siderurgico del Sud, su un modello produttivo quasi pionieristico che ebbe, però, vita breve. Le visite all’ecomuseo e gli sforzi di restauro testimoniano la volontà di preservare un patrimonio fragile, ma fondamentale per capire la storia industriale del Mezzogiorno.

Natura e boschi: le Serre come cornice verde del borgo

Mongiana non è solo ferro e storia: il territorio che lo circonda appartiene al Parco Naturale Regionale delle Serre e include ampie foreste, corsi d’acqua, montagne come il Monte Pecoraro — la vetta più alta delle Serre —, e aree protette di grande valore ambientale. Tra questi spazi si trova la Riserva Naturale Cropani-Micone, habitat di fauna e flora tipiche del territorio montano calabrese, con boschi di faggi, castagni, abeti e una biodiversità che invita a escursioni, trekking e turismo lento.

Per chi visita Mongiana oggi, la fusione tra archeologia industriale e natura incontaminata è un valore unico: camminare tra i ruderi delle vecchie officine e respirare l’aria dei boschi delle Serre significa vivere contemporaneamente la memoria e la rinascita di un luogo.

Dal passato industriale a un presente di flessibilità: un borgo che cambia pelle

Con la fine dell’attività siderurgica, Mongiana vide un forte decremento demografico e una perdita del suo ruolo produttivo. Oggi conta poche centinaia di abitanti e cerca di reinventarsi attorno al turismo, all’archeologia, alla natura. In questo senso, l’ecomuseo e la valorizzazione ambientale diventano strumenti non solo culturali, ma di resilienza, capaci di offrire opportunità, preservare la memoria e attrarre interesse verso una Calabria meno conosciuta.

Mongiana rappresenta un esempio per molte comunità dell’interno: un borgo che non rinuncia al proprio passato, ma lo trasforma in risorsa; un territorio che pur segnato da una crisi economica prova a guardare avanti con speranza e consapevolezza.

Mongiana oggi: la sfida di far convivere memoria, natura e futuro

Il destino di Mongiana si gioca su un equilibrio delicato: tra il rispetto del patrimonio industriale, la tutela ambientale e la necessità di offrire opportunità concrete a chi vi abita o desidera scoprirlo. Le sue strade, i boschi, le officine, il museo rappresentano una chiamata alla riflessione: sulla storia del Sud, sulle trasformazioni radicali del territorio, sulle possibilità di rinascita.