Sono 14.740 i posti disponibili destinati all’accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’anno accademico 2022/2023. Gli iscritti che hanno sostenuto quest’anno il test di ammissione – invece – sono oltre 65mila.

Un divario che potrebbe essere considerato eccessivo e che, come si vede ogni anno, costituisce una vera e propria ghigliottina, prevista quest'anno per il 14 settembre, data in cui sarà annunciata la deadline definitiva: gli studenti sapranno dove è posizionato il proprio nome in graduatoria, tramite l’area riservata di Universitaly, dove verranno pubblicati i punteggi anonimi secondo il codice etichetta. Una nave su cui pochi possono salpare, che vede tanti giovani in estrema difficoltà nell’avere a che fare con i temuti 60 quesiti di cultura generale, lettura, logica, chimica, biologia, matematica e fisica.

Un mostro a sette teste che – al fronte dell’emergenza sanitaria in atto – non costituisce che un ostacolo invalicabile per la formazione di medici italiani al servizio del Paese.

Riflessione che ha spinto anche la stessa politica a parlare e a portare queste tematiche in aula, per far fronte ad una condizione che potrebbe essere risolta, se solo si facessero le giuste modifiche guardando a ritroso, dove ha origine il problema della scarsità di personale medico.

A tal proposito, la senatrice Fulvia Michela Caligiuri – nelle file di Forza Italia – si era esposta a seguito della crisi generata dalla difficoltà a reperire personale medico qualificato, carente nei diversi settori della sanità territoriale e ospedaliera. In un’interrogazione scritta ha lasciato emergere come tali problematicità potrebbero essere risolte guardando alla fonte del problema: test di ammissione a Medicina eccessivamente selettivi che marginano in maniera mirata e diretta anche gli studenti più volenterosi, non permettendo ad una grande fetta di giovani di potersi cimentare nello studio di una professione necessaria alla salvaguardia ed alla conservazione del genere umano.

E ancora, corsi di laurea che necessitano altrettanti anni di specializzazione, non permettendo una corretta rigenerazione del personale medico. Spesso e volentieri gli studenti rimangono bloccati all’interno di un circolo di esami insormontabili, costringendo a sfiancare anche gli studenti più brillanti, portati a lasciare gli studi per la difficoltà di gestione della stessa.

Un quesito – posto dall’onorevole - che necessita della giusta attenzione, poiché, oltre agli strumenti emergenziali, occorre risolvere definitivamente il problema del reperimento delle risorse umane necessarie tramite riforme strutturali del sistema.