Cardiochirurgia all’Annunziata di Cosenza, un passo storico per la sanità calabrese
Caputo: "Attivazione cardiochirurgia a Cosenza è fatto storico"

L’attivazione del reparto di cardiochirurgia all’ospedale Annunziata di Cosenza, con l’assegnazione di 16 posti letto previsti dalla nuova programmazione sanitaria regionale, segna un momento storico per la provincia più popolosa della Calabria. A sottolinearlo è il vicepresidente del Consiglio regionale, Pierluigi Caputo, che definisce la decisione “un fatto importante, storico”, in grado di rispondere concretamente all’elevato bisogno di cure da parte della popolazione cosentina.
“Un fatto storico”
“La provincia di Cosenza – ricorda Caputo – è la quinta in Italia per estensione territoriale e la seconda del Mezzogiorno. Un’area vasta che, in termini di servizi sanitari, ha pagato un prezzo altissimo nei 15 anni di commissariamento del sistema sanitario regionale”. Una lunga fase che ha spinto molti cittadini, specie nelle zone più periferiche, come l’area del Pollino, a cercare assistenza fuori regione. “Per curare patologie cardiocircolatorie, un cittadino di Mormanno era costretto a percorrere oltre 200 chilometri per raggiungere l’hub più vicino, a Catanzaro”, evidenzia Caputo. La conseguenza è stata un dato preoccupante: la provincia di Cosenza detiene il più alto indice di mobilità sanitaria della Calabria. Troppi cittadini hanno dovuto rivolgersi a strutture sanitarie del Centro e Nord Italia per ottenere cure tempestive ed efficaci. “Una situazione inaccettabile – sottolinea Caputo – che ha visto la salute trasformarsi da diritto in privilegio per chi poteva permettersi viaggi e spese fuori regione”.
Calabria con il più alto tasso di mobilità sanitaria
L’intervento del presidente Roberto Occhiuto, attraverso una redistribuzione dei posti letto di cardiochirurgia, punta proprio a correggere questa stortura. “La Calabria – spiega Caputo – è tra le regioni con il più alto tasso di mobilità sanitaria passiva, e le patologie cardiovascolari sono tra le principali cause di questa fuga”. La scelta di aprire un nuovo reparto a Cosenza non rappresenta, secondo il vicepresidente, alcun danno per Catanzaro, che anzi vede crescere i propri posti letto presso l’ospedale ‘Dulbecco’ da 14 a 22, consolidandone il ruolo di primo polo cardiochirurgico regionale. “La nostra regione conta cinque province, tre delle quali – Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria – sono molto estese e densamente popolate. È giusto e doveroso che ciascuna disponga di strutture adeguate, con reparti di eccellenza che permettano ai cittadini di curarsi senza essere costretti a lasciare la Calabria”, conclude Caputo. Il messaggio è chiaro: la riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese non è una guerra tra territori, ma un’operazione di giustizia sanitaria. Dopo anni di criticità e gestione emergenziale, l’obiettivo è uno solo: riportare la sanità calabrese al servizio dei cittadini, ovunque essi vivano.