Il precariato scolastico in Calabria e il sistema delle graduatorie
In Calabria il precariato scolastico è una piaga diffusa: graduatorie caotiche, instabilità lavorativa e un sistema che penalizza i docenti, lasciandoli in balia dell'incertezza.

In Calabria
Il precariato scolastico rappresenta una delle questioni più urgenti e controverse nel settore dell'istruzione. Anno dopo anno, migliaia di docenti si trovano intrappolati in un sistema di reclutamento che sembra spesso non garantire la stabilità lavorativa. Alla base di questa precarietà vi è il complesso meccanismo delle graduatorie, una struttura articolata che determina l'assegnazione dei posti di insegnamento a livello nazionale e locale.
Il reclutamento dei docenti in Italia si basa su diverse tipologie di graduatorie, ognuna con regole specifiche e finalità ben definite. Le Graduatorie ad Esaurimento (GAE), chiuse a nuovi inserimenti dal 2008, sono composte da docenti abilitati e destinate a esaurirsi con il tempo. Le Graduatorie di Merito (GM) comprendono i vincitori dei concorsi pubblici a cattedra, con inserimenti in ruolo che avvengono attingendo per il 50% da queste graduatorie e per il restante 50% dalle GAE. Le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), istituite nel 2020, vengono utilizzate per l'assegnazione di supplenze annuali o temporanee e si suddividono in due fasce: la prima, riservata ai docenti abilitati, e la seconda, aperta a coloro che possiedono il titolo di studio richiesto e i 24 CFU in discipline pedagogiche. Infine, le Graduatorie d'Istituto (GI), utilizzate per supplenze brevi, sono articolate in tre fasce: la prima per docenti delle GAE, la seconda per abilitati non inclusi nelle GAE e la terza per non abilitati con il titolo di studio richiesto. Questi meccanismi, sebbene progettati per garantire trasparenza e merito, si scontrano con la realtà di un mercato del lavoro scolastico sovraffollato e caratterizzato da profonde disparità territoriali.
Proprio tra le pieghe di questo complesso meccanismo si consumano spesso magheggi e pratiche di clientelismo, che finiscono per danneggiare ulteriormente i docenti più meritevoli. In questa giungla di graduatorie è difficile districarsi, e molti di coloro che non hanno "santi in paradiso" si ritrovano schiacciati da un sistema che sembra premiare relazioni personali più che competenze.
Il fenomeno del precariato scolastico in Calabria è particolarmente acuto.
Le graduatorie provinciali sono sovraffollate da docenti che, nonostante anni di servizio, non riescono a ottenere una posizione stabile. Questo sistema, in alcune situazioni, diventa un vero e proprio paradosso, con docenti che accettano incarichi lontanissimi da casa per garantire un minimo di continuità lavorativa. Un esempio emblematico è quello di un docente calabrese costretto a percorrere ogni giorno 640 chilometri tra Catanzaro e Caltanissetta per coprire una supplenza di sole tre ore settimanali, con uno stipendio netto di circa 350 euro mensili. Che così racconta ad “Orizzontescuola.it” la sua esperienza di precario viaggiatore: “partivo la mattina alle 7 da casa, in provincia di Catanzaro, e andavo a Villa San Giovanni a prendere la nave per la traversata. Alle 12 circa arrivavo a scuola, pranzavo e alle 14 iniziavo le lezioni che terminavano alle 17. A quel punto ripiombavo in macchina e percorrevo altri 320 km per tornare a casa. Arrivavo intorno alle 23 circa”.
Questa storia, purtroppo, non è un caso isolato e sottolinea le difficoltà logistiche ed economiche che molti insegnanti precari affrontano. Nonostante queste difficoltà, le proteste dei docenti calabresi si sono fatte sentire, evidenziando le problematiche di un sistema che, secondo loro, necessita di una profonda riforma. In particolare, viene contestata la disparità nell'assegnazione delle supplenze e l'esiguità dei posti messi a concorso nel Sud Italia.
L’approvazione di emendamenti come il TIS
(Transitorio Insegnanti Specializzati) ha acceso una speranza tra i precari calabresi, suggerendo possibili soluzioni per la stabilizzazione dei docenti. Tuttavia, restano molte incognite sulla reale efficacia di queste misure e sulla loro capacità di rispondere alle esigenze di un sistema scolastico che, soprattutto in Calabria, appare ancora fragile.
Il precariato scolastico in Calabria non è solo una questione lavorativa, ma un fenomeno che tocca la qualità dell’istruzione e la dignità dei docenti. Mentre le graduatorie continuano a rappresentare un punto cruciale del sistema di reclutamento, è fondamentale che le istituzioni lavorino per ridurre le disparità territoriali e garantire stabilità e sicurezza lavorativa a chi ogni giorno si impegna per formare le future generazioni.