L’omicidio di Bruno Ielo, il tabaccaio ribelle che sfidò la ‘ndrangheta
Ucciso nel 2017 a Reggio Calabria, la sua storia resta simbolo di chi denuncia le estorsioni e paga con la vita

Bruno Ielo era un tabaccaio molto conosciuto a Reggio Calabria, titolare di un esercizio commerciale nella zona di Lazzaro. Nel 2012 aveva denunciato un tentativo di estorsione ai suoi danni da parte di esponenti della criminalità organizzata. Un gesto raro e coraggioso in un contesto in cui, spesso, prevalgono paura e silenzio.
Proprio per questo, nel tempo era diventato un simbolo della ribellione civile contro la ‘ndrangheta, entrando a far parte della rete di commercianti che avevano deciso di denunciare il racket e di collaborare con le forze dell’ordine. Ma la sua scelta di legalità lo aveva reso anche un bersaglio.
L’agguato mortale del giugno 2017
Il 25 giugno 2017, mentre era alla guida del proprio scooter, Bruno Ielo venne affiancato da un killer che esplose diversi colpi d’arma da fuoco. L’agguato, rapido e spietato, non lasciò scampo al tabaccaio, che morì poco dopo.
L’omicidio scosse profondamente la città. L’uomo, infatti, non era coinvolto in ambienti criminali, ma aveva scelto di denunciare e di non piegarsi alle richieste mafiose. La sua morte apparve fin da subito come un delitto di vendetta, un messaggio contro chi prova a opporsi al potere criminale.
Indagini e sviluppi giudiziari
Le indagini della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dei Carabinieri del Ros si concentrarono immediatamente sulla pista della criminalità organizzata. Fu ricostruita la rete di relazioni e di tensioni generate dalla denuncia di Ielo, così come la complessa mappa dei clan operanti nella zona.
Negli anni successivi, diverse persone sono state coinvolte a vario titolo nell’inchiesta. Il nome di Antonino Imerti, ritenuto vicino alla criminalità locale, è emerso come possibile figura coinvolta nella pianificazione dell’omicidio. Le indagini hanno evidenziato una logica punitiva tipica delle cosche, ma i processi non hanno ancora portato a una verità giudiziaria definitiva.
La complessità del contesto, il clima di omertà e le difficoltà investigative hanno rallentato il percorso verso una piena ricostruzione delle responsabilità.
Un caso che continua a interrogare
L’omicidio di Bruno Ielo non è solo una pagina nera di cronaca giudiziaria, ma rappresenta una ferita aperta per la società calabrese. È la storia di un cittadino che aveva scelto di stare dalla parte della legalità e che, per questo, è stato lasciato solo e colpito.
La sua vicenda continua a essere ricordata da associazioni, istituzioni e cittadini come monito e simbolo di resistenza. A distanza di anni, resta forte la domanda su come proteggere realmente chi denuncia e su come impedire che gesti di coraggio si trasformino in condanne a morte.