Auto rubate e riciclate: smantellata rete criminale, coinvolto anche un calabrese
Tra gli indagati anche un cinquantenne del Cosentino

Un articolato sistema di riciclaggio e ricettazione di auto rubate è stato smantellato dai Carabinieri della compagnia di Pomezia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma. Le indagini, iniziate nel febbraio 2023, hanno preso il via dopo il sequestro di un’Alfa Romeo Stelvio con targhe francesi rubata in Campania, ma riconducibile a una società di noleggio del Tuscolano.
Secondo gli inquirenti, le vetture rubate in Campania venivano immatricolate prima a San Marino e poi nuovamente in Italia con targhe di auto rubate in Francia. Successivamente, tramite agenzie di pratiche auto compiacenti, i veicoli venivano intestati a società ignare e messi a noleggio a Roma.
Il ruolo della Calabria
Dalle indagini è emerso anche il coinvolgimento della Calabria. Tra i quattro indagati figura infatti un uomo di 50 anni residente nel Cosentino, titolare di un’agenzia di pratiche auto. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe avuto un ruolo chiave nella regolarizzazione delle auto rubate, gestendo le pratiche tramite la Motorizzazione civile di Catanzaro (estranea ai fatti). La sua attività avrebbe permesso di “ripulire” i veicoli rendendoli apparentemente legittimi e pronti per essere immessi sul mercato del noleggio.
I veicoli e le accuse
Le verifiche hanno permesso di ricostruire l’intero meccanismo: oltre all’Alfa Romeo Stelvio rinvenuta a Roma, sono state individuate altre cinque auto coinvolte nello stesso sistema – tra cui una Smart Fortwo, una Fiat Panda e una Fiat 500X – tutte rubate in Campania e reimmatricolate con targhe francesi sottratte a Marsiglia.
Le persone indagate sono una coppia di romani, il cinquantenne calabrese e un 35enne di Boscotrecase (Napoli), quest’ultimo finito in carcere con l’accusa di riciclaggio di veicoli rubati.
Un sistema criminale ben strutturato
Le auto, una volta “ripulite” con numeri di telaio manomessi e nuove targhe, venivano immesse nel circuito del noleggio a Roma, ingannando clienti ignari. Secondo gli investigatori, il calabrese avrebbe avuto un ruolo determinante nel garantire la copertura burocratica necessaria al funzionamento del sistema.