Dopo settimane di tensioni e dichiarazioni al vetriolo, i toni del governo Meloni nei confronti della magistratura sembrano essersi finalmente attenuati. In questo clima più disteso, il deputato del Movimento 5 Stelle Agostino Santillo è tornato a parlare del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, criticando duramente la gestione dell’intero dossier da parte del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.


“Crollato prima ancora di essere costruito”

“Ora che i toni nei confronti dei magistrati si sono quietati da parte di Meloni e banda, sul ponte Stretto si può ragionare con più lucidità”, ha dichiarato Santillo in una nota.
“Se è crollato prima ancora di essere costruito non è colpa dei giudici cattivi, ma solo dell’imbarazzante faciloneria con cui Salvini ha portato avanti il dossier a colpi di propaganda”, ha aggiunto il parlamentare grillino.


Norme europee ignorate e procedure aggirate

Secondo Santillo, il leader della Lega avrebbe gestito il progetto senza rispettare le norme europee e senza avviare una nuova gara, come invece richiesto. Inoltre, sottolinea il deputato, Salvini avrebbe escluso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici dal processo decisionale.
L’esponente M5S accusa poi il ministro di aver tentato “di aggirare le regole” attraverso “la farsa dell’opera strategica militare”, una formula che avrebbe consentito di bypassare controlli e vincoli procedurali.


Costi incerti e mancanza di trasparenza

Un altro punto critico, per Santillo, riguarda la gestione economica del progetto. “Non parliamo poi delle stime sui costi, scritte con l’inchiostro simpatico”, ha ironizzato, denunciando l’assenza di dati chiari e verificabili sulle risorse necessarie alla realizzazione del ponte.
Il deputato definisce l’opera “una macchina mangiasoldi” e ribadisce la posizione storica del Movimento 5 Stelle: contrarietà al ponte, considerato inutile e dannoso per i conti pubblici.


“Salvini non all’altezza del compito”

Santillo punta il dito anche contro la leadership del ministro: “Di certo non lo si può fare con Salvini ministro, che si è dimostrato totalmente non all’altezza della gestione di un dossier tanto gravoso”.
Per il parlamentare pentastellato, la gestione del progetto rappresenta “l’ennesimo esempio di propaganda a scapito della concretezza”.


Malumori anche nel Nord: “Sindaci leghisti stufi della propaganda”

In chiusura, Santillo richiama anche i segnali di malcontento interni al partito di Salvini: “Persino tanti sindaci leghisti del Nord sono stufi di questi annunci a colpi di propaganda, qualcosa vorrà dire, no?”.
Un riferimento che lascia intendere come, anche all’interno della Lega, stia crescendo l’insofferenza verso la gestione mediatica e poco pragmatica di un’opera tanto discussa.