Calabria e resto d’Italia, spiagge sempre più vuote: “Prezzi fuori controllo nei lidi”
Assoutenti denuncia rincari insostenibili: ombrelloni fino a 120 euro, servizi accessori alle stelle. In Calabria crollano le presenze e cresce il ricorso alle spiagge libere

La stagione balneare 2025 si sta rivelando difficile per gli stabilimenti italiani, sempre più colpiti dal fenomeno dello sfollamento. A lanciare l’allarme è Assoutenti, che punta il dito contro "le politiche tariffarie folli adottate dai gestori dei lidi", colpevoli — secondo l’associazione — di aver trasformato una giornata al mare in un lusso per pochi. “Dal Covid in poi i prezzi sono saliti costantemente – spiega il presidente Gabriele Melluso – fino a superare i 32 euro in media per due lettini e un ombrellone. In alcune località si arriva a cifre spropositate: 90 euro a Gallipoli, 120 in Sardegna”.
La Calabria non fa eccezione: vacanze a rischio per le famiglie
Anche in Calabria la situazione riflette lo stesso scenario: rincari e stabilimenti sempre più esosi stanno scoraggiando sia i turisti sia i residenti. In alcune località della costa tirrenica e ionica, si registrano cali significativi di presenze nelle strutture balneari private, mentre crescono le spiagge libere, spesso però non adeguatamente attrezzate. I costi dei servizi accessori — dal parcheggio a una semplice bottiglia d’acqua — stanno mettendo in crisi soprattutto le famiglie e i giovani, storicamente protagonisti del turismo locale. “In una regione come la Calabria, che dovrebbe puntare su un turismo accessibile e sostenibile, questi aumenti rischiano di minare l’intero settore”, avvertono gli esperti.
Scelte sbagliate e nessun passo indietro: gli effetti si fanno sentire
Secondo Assoutenti, il problema non risiede solo nei rincari post-pandemia o nel caro-energia: la vera criticità è che i prezzi, una volta saliti, non sono mai stati abbassati. “Una scelta folle – commenta Melluso – che oggi presenta il conto a molti operatori del settore”. La mancata revisione dei listini, anche in assenza di costi giustificativi reali, ha allontanato una larga fetta di clientela, mettendo a rischio la tenuta economica di numerose imprese balneari. La richiesta dell’associazione è chiara: un ripensamento delle politiche tariffarie e una maggiore attenzione al potere d’acquisto dei cittadini, per evitare che le spiagge, simbolo dell’estate italiana, restino sempre più vuote.