In un’intervista trasmessa in prima serata su Quarta Repubblica su Rete4, Roberto Occhiuto, presidente uscente della Regione Calabria e nuovamente candidato alle imminenti elezioni regionali, ha raccontato la sua versione dei fatti riguardo all’indagine giudiziaria che lo ha coinvolto e alla sua scelta di dimettersi.

«Sono stato interrogato dai magistrati e l’interrogatorio è andato molto bene», ha spiegato Occhiuto, sottolineando come abbia avuto modo di chiarire ogni aspetto della vicenda. Ma ciò che più preoccupa l’ex presidente non è l’inchiesta in sé, quanto il suo utilizzo nel dibattito politico: «In Italia non ci si dovrebbe dimettere per un semplice avviso di garanzia, ma è altrettanto sbagliato sfruttare le indagini per fini elettorali».

La decisione di lasciare e il sostegno dei cittadini

Ripercorrendo le settimane che hanno preceduto le dimissioni, Occhiuto ha parlato di una situazione politica e istituzionale sempre più difficile. «Mi accorgevo che anche nella macchina amministrativa c’era chi mi vedeva ormai come un presidente indebolito, senza prospettiva. Mi sono ribellato a quell'immagine. Ho pensato che dovessero essere i cittadini calabresi a decidere chi deve governare».

Nonostante l’inchiesta, Occhiuto ha raccontato di aver ricevuto numerosi attestati di fiducia da parte dei cittadini: «Per strada mi chiedevano di andare avanti, di non fermarmi. Questo mi ha spinto a rimettere il mandato e a rimettermi in gioco».

“Clima politico surreale: l’opposizione non voleva il voto”

Tra i passaggi più significativi del suo intervento, anche un commento sullo scenario politico regionale: «In Calabria è successa una cosa strana: l’opposizione si è quasi dispiaciuta delle mie dimissioni. Non volevano andare al voto. Ma io ho scelto la via più trasparente: ridare la parola ai cittadini».

Occhiuto ha anche ricordato come, negli ultimi 30 anni, diversi suoi predecessori siano stati colpiti da indagini nel finale di mandato, spesso poi archiviati, ma "politicamente messi da parte".

Il ruolo dei governatori e le scelte controcorrente

Nel corso dell’intervista, Occhiuto ha parlato anche del ruolo dei presidenti di Regione, spesso sempre più centrali nel sistema politico italiano. «Siamo tra i rappresentanti istituzionali più vicini alla gente, insieme ai sindaci. È normale che la figura del governatore acquisisca un peso sempre maggiore».

Un esempio concreto, secondo lui, è rappresentato dalla gestione della sanità calabrese, commissariata da 15 anni: «In questi anni, io stesso sono stato commissario. Ho fatto scelte forti, come l’assunzione dei medici cubani, anche in contrasto con il Ministero. Ma serviva agire. E quando un presidente sa fare il suo mestiere, l’autonomia non la chiede: se la prende».

Il caso Marche e la corsa elettorale

Parlando della campagna elettorale, Occhiuto ha commentato il caso del candidato del centrosinistra nelle Marche, anch’egli destinatario di un avviso di garanzia: «È nella mia stessa situazione. Però lì il centrodestra non sta cavalcando l’inchiesta. In Calabria, invece, c’è chi ha costruito tutta la sua campagna speculando sulla mia».

Nonostante ciò, Occhiuto si è detto fiducioso: «I sondaggi mi danno intorno al 60%. Forse, quando vincerò, qualcuno dovrà pure chiedermi scusa».