Il tumore alla mammella nel nostro paese colpisce ogni anno circa 55.000 donne.  Benché possa colpire anche donne in giovane età, l’incidenza aumenta con il passare degli anni e la maggioranza dei casi viene diagnosticata nelle pazienti sopra i 50 anni.


La sopravvivenza al tumore al seno, anche a lungo termine, è tra le più elevate, a 5 anni dalla diagnosi, essa si attesta al 90% grazie al miglioramento delle tecniche diagnostico-terapeutiche e all’attenzione sempre più alta verso la diagnosi precoce


Siamo nel mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, facciamo il punto facciamo il punto con il Dott. Raffaele Leuzzi, direttore del Centro diagnostico SIRP di Roma per capire cosa sono prevenzione primaria e secondaria e perché entrambi gli approcci sono così importanti.



I recenti progressi scientifici hanno migliorato in maniera significativa la nostra comprensione della genetica del tumore al seno e di altri fattori di rischio come la densità mammografica, lo stile di vita e lo stile alimentare.


 

Siamo in possesso di strumenti migliori di valutazione dei rischi e di conoscenze sufficienti per studiare i benefici portati alle donne dall’utilizzo di un calcolo del rischio individuale di tumore al seno”.



 

I fattori di rischio non modificabili



Solo il 5-10% di tutti i tumori al seno può essere ricondotto alla presenza di specifiche mutazioni del DNA ereditate da uno dei genitori (come avviene per i geni BRCA1 o BRCA2).


La densità del seno è un fattore limitante per la rilevazione del carcinoma mammario mediante mammografia poiché il tessuto mammario denso, come i noduli potenzialmente cancerosi o benigni, appare bianco sulla mammografia. La densità mammografica è un personale fattore di rischio, principale causa dei cancri di intervallo.


 

 La densità del seno è una misura utilizzata per descrivere la proporzione dei diversi tessuti che compongono il seno di una donna. I seni sono costituiti di grasso, tessuto ghiandolare e tessuto connettivo.


L’elevata densità del seno significa che esiste una percentuale maggiore di tessuto ghiandolare e connettivo rispetto al grasso Il seno denso, è un fattore di rischio indipendente e non modificabile per il cancro al seno e può mascherare il cancro sulle mammografie.





I fattori di rischio modificabili



Tuttavia, essendo l’incidenza di questo tumore così elevata, per prevenire l’insorgenza, è consigliato per tutti intervenire sui fattori di rischio così detti ‘modificabili’, che riguardano dunque anche il nostro stile di vita ed alimentare. 





Che cos’è la prevenzione primaria?



I fattori di rischio legati agli stili di vita sono modificabili e l’adozione di un corretto stile di vita può contribuire ad una diminuzione del livello di rischio individuale.


La prevenzione primaria rappresenta il primo strumento che ognuno di noi, nella vita deve mettere in atto nel quotidiano” prosegue il dottore.


Infatti, questa modalità di prevenzione consiste nella modifica di quei comportamenti che possono essere considerati fattori di rischio. Come fare? Seguendo uno stile di vita sano!



Ecco i consigli sul tema della prevenzione primaria:



evitare il fumo

bere alcolici con molta moderazione

praticare attività sportiva regolarmente

tenere sotto controllo il peso, la massa corporea

seguire la dieta mediterranea ricca di alimenti vegetali.





L’esercizio fisico ha un grande impatto sul rischio di cancro al seno. Le donne che si sono esercitate per 4 o più ore alla settimana avevano un rapporto di rischio aggiustato di 0,65 per il rischio di cancro al seno rispetto alle donne che non si sono mai esercitate






Che cos’è la prevenzione secondaria?



La prevenzione secondaria è l’altra forma di prevenzione che riveste un ruolo cruciale nella lotta al tumore al seno. 


 

Questa modalità preventiva, può ridurre la mortalità per tumore alla mammella.


La prevenzione secondaria si focalizza su una diagnosi tempestiva e precoce della malattia, altamente consigliata a tutte le donne sopra i 40 anni.


 

Diagnosticare il tumore in una fase ancora iniziale di sviluppo, permette di intervenire su carcinomi di piccole dimensioni e di garantire così alla paziente una maggiore probabilità di guarigione completa attraverso cure meno impattanti.


 

 Dalla fine degli anni ’80, sono stati introdotti programmi organizzati di screening mammografico in un numero sempre maggiore di Paesi europei, sulla base dei risultati di otto grandi studi randomizzati.



L’obiettivo dello screening mammografico è quello di individuare il cancro al seno il più presto possibile, soprattutto per ridurre il numero di decessi, ma anche per ridurre la gravità della malattia e l’utilizzo di trattamenti oncologici aggressivi (e dell’ansia ad essi associata).


 

Gli esami per la diagnosi precoce del tumore al seno



La Tomosintesi mammaria è lo strumento di prevenzione secondaria più adeguato nelle donne dai 40 anni in poi, fino a raggiungere le donne over 70, dove il rischio di insorgenza, aumentando con l’età, è piuttosto elevato.


 

Naturalmente, essa può e deve – in certi casi – essere associata all’ecografia, preferibilmente eseguita nella stessa seduta dallo stesso team.


 

Per le più giovani invece, in assenza di familiarità, non è consigliata la mammografia; è suggerito invece praticare l’autopalpazione, dopo l’inizio delle mestruazioni, quando il seno è più valutabile. 


 

Nella fascia 30-40 anni, infine, è consigliabile iniziare a sottoporsi a controlli periodici, supportati dall’ecografia mammaria, con la cadenza suggerita dallo specialista in base alla tipologia del seno e alla storia familiare".


 

 Nella strategia attualmente utilizzata, tutte le donne invitate alla mammografia sono trattate allo stesso modo.


 

 

Ma le donne non sono tutte uguali: ogni donna ha un rischio diverso di sviluppare il tumore al seno, che dipende da fattori genetici, stile di vita, densità ed esposizione a ormoni. Il metodo di screening dovrebbe essere basato anche sul rischio individuale.



La densità del seno viene misurata con la mammografia. I radio-senologi classificano la densità mammaria usando una scala di densità a 4 livelli, con il livello 3 che indica seni eterogenei e il livello 4 che indica seni estremamente densi
esempi di ciascuna categoria di composizione del tessuto mammario:


 




 (a) prevalentemente adiposo; (b) a densità fibroghiandolaresparsa; (c) eterogeneamente denso, tessuto che può impedire la rilevazione di piccole masse; (d)tessuto estremamente denso che riduce la sensibilità della mammografia


Non tutte le donne hanno lo stesso rischio!
Non tutti i seni sono uguali!







Screening personalizzato 



La diagnosi precoce del tumore della mammella salva vite umane ma vi sono problemi insoluti, in particolare la sovradiagnosiil sovratrattamento ed i carcinomi d’intervallo. C’è bisogno di screening personalizzato…


 

Ne parliamo con il Dott. Pasquale Musolino, direttore del Servizio di Tomosintesi Mammaria del Centro Diagnostico SIRP.


 

"Gli screening sono stati studiati a livello di popolazione e sono stati trovati efficaci, c’è bisogno però di personalizzazione.


 

I benefici della mammografia sono noti, ma alcune donne potrebbero aver bisogno di uno screening aggiuntivo se hanno una marcata densità mammaria.


 

Per determinare lo strumento di screening ottimale, dovremmo dialogare con la paziente e conoscere la sua storia personale – non possiamo fare una dichiarazione generale che tutti dovrebbero ottenere questo o quello.


È impraticabile dire, ad esempio, che una risonanza magnetica è il miglior test, quindi tutte dovrebbero farla.


Nei programmi di screening consolidati tutte le donne eseguono lo stesso test.