poker online in calabria

Secondo uno studio di Casinos.com, la regione è terza in Italia per interesse verso il poker online. Un primato che apre interrogativi sul rapporto tra gioco, disagio sociale e controlli istituzionali.

La Calabria è tra le regioni italiane con il più alto interesse per il poker online, piazzandosi al terzo posto nazionale con un indice di 85 su 100, secondo i dati Google Trends analizzati da Casinos.com. Solo Abruzzo (100) e Sicilia (88) fanno meglio. Ma ciò che per alcuni può sembrare un segnale di modernità digitale, per altri è il sintomo di una fragilità sociale crescente.

Un territorio segnato

In un territorio già segnato da disoccupazione giovanile, emigrazione e marginalità economica, la corsa al poker online rischia di trasformarsi in una fuga virtuale dalla realtà. La rete, infatti, rende il gioco più accessibile, solitario e potenzialmente compulsivo. E nonostante le rassicurazioni sulle piattaforme certificate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), resta alta l’esposizione a forme di gioco problematico e alla dipendenza da azzardo, spesso sottovalutata. Secondo diversi studi sul tema, l’illusione di un facile guadagno e l’adrenalina del gioco online creano un mix esplosivo, specialmente in fasce sociali vulnerabili, dove il poker digitale finisce per occupare spazi di noia e disperazione. Il problema non è solo economico, ma culturale: il poker online, mascherato da passatempo, alimenta solitudine, isolamento e false aspettative.

Nessuna campagna attiva

A fronte di un settore in espansione, manca però una vera strategia regionale di prevenzione e informazione. Dove sono i programmi educativi nelle scuole? Dove le campagne pubbliche sul gioco responsabile? Mentre Google rileva le ricerche, le istituzioni locali sembrano assenti su un fenomeno che non può più essere ignorato.

Se la Calabria vuole affrontare con serietà il tema del poker online, deve guardare oltre le classifiche e agire su più fronti: educazione digitale, servizi di supporto psicologico e monitoraggio attivo. Perché dietro ogni clic può nascondersi non un giocatore, ma una storia di fragilità e bisogno.