Biomasse Mercure
Biomasse Mercure

Una sentenza storica per la Calabria e per i lavoratori della centrale a biomasse della valle del Mercure. Con queste parole il consigliere regionale e presidente di Azione Calabria, Giuseppe Graziano, ha commentato la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge regionale che imponeva la chiusura dell’impianto. “Dopo mesi di battaglie legali e istituzionali – scrive Graziano – la Corte ha ristabilito la verità: quella norma era incostituzionale. È una vittoria del buon senso, della legalità e soprattutto del lavoro”.

Una filiera da 1.500 occupati salvata da una norma ingiusta

Al centro della vicenda c’è un’intera filiera produttiva forestale, che coinvolge oltre 1.500 lavoratori. La chiusura dell’impianto avrebbe significato la perdita di centinaia di posti di lavoro e il collasso di un’esperienza imprenditoriale fondata sulla sostenibilità e sull’economia circolare, in un’area delicata come il Parco del Pollino. Graziano ribadisce come quella legge fosse “retroattiva, irragionevole e scritta per colpire un impianto specifico”, una norma-provvedimento travestita da interesse pubblico. “La Consulta ci ha dato ragione su tutta la linea”, afferma.

Una sentenza che fa giurisprudenza e guarda al futuro

La Corte ha riconosciuto l’illegittimità della norma non solo per il divieto assoluto, ma anche per la violazione del legittimo affidamento e della libertà d’impresa. “È un precedente importante – sottolinea Graziano – perché segna un limite al populismo normativo e richiama alla responsabilità legislativa”. A tutti i lavoratori va il primo pensiero del consigliere: “Hanno resistito con dignità, e la loro battaglia oggi è diventata giurisprudenza. È una vittoria collettiva che dimostra che la politica ha senso solo se serve le persone. Da domani – conclude – si torna a lavorare per costruire stabilità e futuro in questo territorio”.