Tre candidature calabresi segnalate per violazione del codice di autoregolamentazione
In entramni gli schieramenti ci sono i cosiddetti "impresentabili"

La Calabria torna al centro dell’attenzione della Commissione parlamentare Antimafia, che ha concluso i controlli sulle candidature alle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre. La presidente Chiara Colosimo ha reso noto in apertura di seduta che tre aspiranti consiglieri regionali risultano in violazione del codice di autoregolamentazione, strumento pensato per impedire l’accesso alle istituzioni a candidati coinvolti in procedimenti giudiziari per reati gravi.
Il caso di Orlando Fazzolari
La prima segnalazione riguarda Orlando Fazzolari, candidato nella lista Noi Moderati. Nei suoi confronti il gip di Reggio Calabria ha disposto il rinvio a giudizio per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture. Il procedimento è attualmente nella fase dibattimentale davanti al Tribunale reggino.
Le accuse a Filomena Greco
Il secondo nome segnalato è quello di Filomena Greco, candidata con Casa riformista per la Calabria – Italia Viva. Il Gup del Tribunale di Castrovillari ha disposto per lei il rinvio a giudizio per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Anche in questo caso il processo è in corso in sede dibattimentale.
Il nodo Orlandino Greco
Il terzo caso riguarda Orlandino Greco, candidato al Consiglio regionale con la Lega per Salvini Calabria. Il gip di Catanzaro lo ha rinviato a giudizio per reati di particolare gravità: corruzione aggravata dal metodo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso e corruzione elettorale. Il dibattimento è attualmente in corso presso il Tribunale di Cosenza.
Un segnale politico forte
La comunicazione della presidente Colosimo ha acceso i riflettori su una campagna elettorale già tesa, ribadendo l’importanza del codice di autoregolamentazione come presidio di trasparenza e credibilità. Le segnalazioni non equivalgono a condanne definitive, ma rappresentano un monito politico: garantire agli elettori candidati liberi da procedimenti penali per reati che toccano la pubblica amministrazione e, in alcuni casi, la criminalità organizzata.
Legalità e fiducia degli elettori
Il quadro emerso conferma la delicatezza del voto calabrese e la necessità di un controllo rigoroso delle candidature. In una regione dove il peso delle infiltrazioni mafiose e la fragilità politica restano elementi critici, il rispetto delle regole e la tutela della legalità diventano condizioni imprescindibili per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.