Botulino
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Fonte gazzetta del sud 

Due giovani intossicati da un panino: un episodio gravissimo

Cosenza – È una storia che ha dell’incredibile, ma purtroppo è drammaticamente reale. Due diciassettenni sono finiti nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Annunziata di Cosenza dopo aver mangiato un panino con broccoli acquistato da un venditore ambulante nella zona di Diamante. I due giovani, appena qualche ora dopo l’ingestione, hanno iniziato ad accusare nausea, vomito, dolori diffusi e sintomi neurologici compatibili con una grave intossicazione da botulino, una delle tossine alimentari più pericolose al mondo.

I sanitari del pronto soccorso, resisi immediatamente conto della gravità della situazione, hanno disposto il ricovero d’urgenza in Rianimazione, dove i ragazzi sono ora monitorati costantemente. Da quanto trapela, si attende l’arrivo di un siero antibotulinico da un centro specializzato fuori regione, fondamentale per la sopravvivenza dei pazienti.

Botulino: una minaccia invisibile e mortale

Il botulino, prodotto dal batterio Clostridium botulinum, può svilupparsi in cibi mal conservati o lavorati senza rispettare adeguati standard igienico-sanitari. È letale anche in piccole dosi. La vicenda di Cosenza mette a nudo una realtà inquietante: quanto è sicuro ciò che acquistiamo da alcuni venditori ambulanti? Chi controlla davvero queste attività?

Non si tratta di demonizzare l’intero settore dello street food – che in Calabria ha anche esempi virtuosi e di qualità – ma di pretendere controlli severi, costanti, imparziali, soprattutto quando si tratta della salute di adolescenti, famiglie, cittadini ignari che cercano solo di mangiare un panino.

Una ferita profonda alla fiducia e alla sicurezza alimentare

Il caso, gravissimo, non è solo una cronaca sanitaria ma una ferita profonda alla fiducia che ogni cittadino ripone nel consumo alimentare quotidiano. Possiamo ancora fidarci di ciò che ci viene venduto per strada? Chi rilascia autorizzazioni, chi controlla, chi vigila?