Violenza, controllo e stereotipi: il report Istat svela i pregiudizi tra i giovanissimi italiani
Diffusi tra i 14-19enni i luoghi comuni sulla violenza di genere. Il 15,6% pensa che sia colpa del modo di vestire
Nonostante il lavoro di sensibilizzazione e l’attenzione crescente verso la parità di genere, gli stereotipi sulla violenza sessuale e i ruoli nella coppia restano radicati tra i giovanissimi italiani. A lanciare l’allarme è l’Istat con l'ultimo report pubblicato: il 23,1% dei ragazzi e delle ragazze tra i 14 e i 19 anni manifesta almeno uno stereotipo legato alla violenza sessuale, un dato che evidenzia quanto ci sia ancora da fare sul fronte dell’educazione affettiva e della cultura del rispetto.
Tra i dati più inquietanti, il 15,6% dei giovanissimi ritiene che la violenza possa essere provocata dal modo di vestire delle ragazze, mentre il 13,7% concorda con l'affermazione secondo cui “di fronte a una proposta sessuale le ragazze spesso dicono no ma in realtà intendono sì”. Un pensiero che, purtroppo, continua ad alimentare una cultura della colpevolizzazione della vittima.
Controllo e violenza nella coppia: per molti è “normale”
Il report dell’Istat, intitolato “Stereotipi sui ruoli di genere: il punto di vista di ragazze e ragazzi”, fotografa anche una realtà preoccupante nei comportamenti quotidiani: il 36% dei ragazzi considera accettabile controllare il cellulare o i social network della propria partner, l’11,1% ritiene “normale che ci scappi uno schiaffo ogni tanto” in una relazione, e il 7,3% giustifica uno schiaffo se la ragazza flirta con un altro.
Si tratta di segnali chiari di una mentalità ancora improntata al possesso e al controllo, nonostante l’età anagrafica sia quella in cui si dovrebbero costruire relazioni basate sul rispetto reciproco. Il dato è ancora più significativo se si considera che a pensarla così non sono solo giovani maschi, ma anche ragazze che interiorizzano questi modelli come “normali”.
Bellezza, scienza e lavori di casa: la trappola dei ruoli
Il report evidenzia anche la persistenza di forti stereotipi sui ruoli di genere: il 56,4% dei giovani ritiene che la bellezza sia più importante per una ragazza che per un ragazzo, il 21,2% pensa che i maschi siano più portati per materie scientifiche e tecnologiche, e il 24,9% è convinto che gli uomini siano meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche.
Sono i ragazzi maschi e i giovani di origine straniera a mostrare più spesso atteggiamenti stereotipati, mentre i giovani cresciuti in famiglie con un livello di istruzione più alto mostrano maggiore apertura mentale e minore propensione a giustificare la violenza o a interiorizzare ruoli tradizionali.
L'urgenza di un'educazione civica affettiva
Il quadro tracciato dall’Istat è allarmante e richiede interventi urgenti, a partire dalla scuola e dai canali informativi frequentati dai giovani, fino ad arrivare alla famiglia, dove spesso si consolidano modelli culturali distorti. Educare al consenso, alla parità e al rispetto non può più essere considerato un tema marginale, ma deve diventare centrale nelle politiche giovanili, scolastiche e sociali.
Perché combattere gli stereotipi non significa solo correggere convinzioni sbagliate: significa prevenire violenze, creare relazioni sane e costruire una società più giusta. A partire proprio dai più giovani.