Calabria, l'acqua che costa cara: bollette in aumento, reti colabrodo e sprechi insostenibili
In Calabria, la crisi idrica si aggrava tra tariffe crescenti, dispersioni record e investimenti inefficaci

Nel 2024, una famiglia calabrese ha speso in media 357 euro per la bolletta dell'acqua, con un incremento del 2,3% rispetto all'anno precedente. Nonostante la Calabria si collochi tra le regioni con le tariffe più basse, i cittadini lamentano servizi inadeguati e frequenti interruzioni nell'erogazione.
Reti idriche obsolete e dispersioni elevate
Il problema principale risiede nelle infrastrutture: la Calabria disperde circa il 60% dell'acqua immessa nelle reti idriche, a causa di impianti obsoleti e scarsa manutenzione. Questa inefficienza comporta non solo sprechi significativi ma anche costi aggiuntivi per i cittadini.
Investimenti insufficienti e gestione discutibile
Nonostante gli investimenti pubblici, la situazione non migliora. La gestione delle risorse idriche appare frammentata e inefficace, con responsabilità condivise tra Regione e Sorical, spesso oggetto di critiche per la mancanza di interventi risolutivi.
Crisi idrica e razionamenti
La Calabria ha affrontato nel 2024 una delle peggiori crisi idriche degli ultimi anni, con razionamenti diffusi e ordinanze per limitare l'uso dell'acqua potabile. Le cause principali sono la siccità prolungata e la mancanza di una pianificazione efficace per la gestione delle risorse idriche. La Calabria si trova di fronte a una crisi idrica strutturale, caratterizzata da tariffe in aumento, infrastrutture inefficienti e una gestione poco trasparente. È urgente un intervento coordinato per rinnovare le reti idriche, migliorare la gestione delle risorse e garantire ai cittadini un servizio adeguato e sostenibile.