Cosenza: una mostra per ricordare Pino Faraca

Si inaugura oggi, venerdì 4 ottobre, alle ore 18,30, negli spazi
espositivi dell'ex MAM di Corso Telesio, la mostra “Una vita in
salita” che raccoglie una serie di opere pittoriche del compianto Pino
Faraca, il ciclista cosentino scomparso a maggio del 2016.
Quando si parla di Pino Faraca non si sa dove finisce il ciclista e
dove inizia l’artista.
Perché in lui le due dimensioni hanno sempre convissuto,
rappresentando quasi due universi paralleli. La bicicletta continuò a
stare al centro del suo percorso artistico, anche quando si ritirò
dalle corse a causa di un brutto incidente. E nel suo studio-galleria
d'arte di Vico IV Santa Lucia, nel centro storico della sua città,
continuò a dipingere biciclette, corse e scene dal giro, con la
passione di sempre, quella stessa passione che, acclamato beniamino
dei suoi orgogliosi concittadini, gli aveva permesso di scalare
montagne e di rituffarsi a perdifiato per ripide discese che
allungavano il suo sguardo sorpreso sulle valli dei percorsi
ciclistici di quel Giro d’Italia di cui sarebbe potuto essere
protagonista per tanto tempo ancora.
Oggi il nome di Pino Faraca torna alla ribalta per questa importante
mostra patrocinata dall'Amministrazione comunale che raccoglie una
serie di quadri che esprimono da un lato l'energia e la fatica del
campione e, dall'altra, risultano attraversati da una specie di aura
metafisica. Un mondo tutto da scoprire in quei colori accesi e mai
banali che l'artista Pino Faraca, leggenda della bicicletta bruzia,
spalma con dovizia di particolari sullo sfondo bianco. Colori solari,
rassicuranti, mediterranei, che assumono le forme più disparate e che
guidano la sua ricerca stilistica, dando vita anche a forme femminili
tratteggiate sulla tela. E poi, immancabili, ci sono loro, i ciclisti,
colti a volte nella solitudine di chi è impegnato in una dura salita o
altre volte in gruppo dal quale è pronto a staccarsi chi vorrebbe
tentare la fuga verso il traguardo. “Pino Faraca – come ha ben colto
qualcuno – era un romantico della bicicletta e gli brillavano gli
occhi quando, con quell'aria modesta, senza finzione e piaggeria, ne
parlava. Discorreva delle sue vittorie come se non fossero sue, come
se i podi sui quali era salito appartenessero ad altri”. Il fuoco
sacro della pittura lo intercettò molto presto, se è vero come è vero
che all'età di 12 anni, cominciò a ritrarre volti, facendo posare i
familiari che rimanevano immobili per ore. Il primo ritratto su tela
ritraeva, invece, il suo idolo Gimondi, vittorioso con la maglia
arcobaleno.
Folgorato dal cubismo di Picasso, a sedici anni, Faraca dipinse scene
dal terremoto in Friuli, omaggiando l'artista spagnolo. Quel dipinto 6
anni più tardi verrà premiato sul palco del Giro d'Italia, nel 1981.
La mostra “Una vita in salita”, che sarà possibile apprezzare fino al
prossimo 12 ottobre, contiene una selezione accurata delle sue opere,
scelte tra più di 700 lavori. Numerosissime le sue esposizioni
nazionali ed internazionali e tra queste quella ospitata dal museo di
New York. Tanti gli apprezzamenti ricevuti. Adriano De Zan,
indimenticato cronista televisivo della corsa rosa, rimase affascinato
dai suoi quadri, al punto di insistere per portarli al Giro d’Italia.
Ora quei quadri tornano nella sua Cosenza e siamo certi che
susciteranno tante emozioni e manifestazioni di affetto in chi si
recherà ad apprezzarli, nel ricordo, per parafrasare Gino Paoli, di
“quell'omino che non ha la faccia da campione, ma con un cuore grande
come l'Izoard”, la vetta scalata più volte da Coppi al Tour de France.