La seconda legislatura Occhiuto parte tra le polemiche: il Partito Democratico attacca su Statuto, referendum e metodo
Il gruppo PD in Consiglio regionale denuncia forzature istituzionali, scelte affrettate e un ampliamento della Giunta ritenuto inutile e costoso
Il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale interviene con una nota dura contro il metodo adottato dalla maggioranza nella prima seduta della nuova legislatura guidata da Roberto Occhiuto. Pur riconoscendo l’esito elettorale, i consiglieri PD denunciano che «la vittoria non legittima la maggioranza a mortificare la democrazia e forzare le istituzioni».
Secondo il gruppo, il Consiglio convocato per discutere pratiche urgenti avrebbe visto, all’ultimo momento, l’inserimento di temi strategici come la revisione dello Statuto regionale, la modifica della legge sul referendum confermativo e la discussione delle linee programmatiche della Giunta. Documenti – sottolineano i democratici – resi disponibili solo la sera precedente, rendendo «impossibile un’analisi approfondita».
Statuto e referendum: scelte “blindate” e senza confronto
La seduta notturna si è conclusa con l’approvazione della revisione dello Statuto, che porta gli assessori da 7 a 9 e reintroduce due sottosegretari, figure abolite nel 2010. Approvata anche la nuova legge sul referendum confermativo, che esclude la possibilità per i cittadini di esprimersi sulle modifiche parziali dello Statuto.
Per il PD, entrambe le norme avrebbero dovuto essere esaminate dalle commissioni consiliari di prossima costituzione. Rinviare di poche settimane – sostengono – non avrebbe comportato alcun rischio, mentre il voto immediato ha «precluso un confronto necessario su scelte che ridefiniscono le regole della democrazia regionale».
I democratici giudicano ingiustificate le motivazioni della maggioranza: «La revisione dello Statuto non risponde alle urgenze della Calabria – lavoro, sanità, servizi, lotta alle disuguaglianze – ma a logiche di potere e di sottogoverno legate alla spartizione di incarichi tra alleati».
Una Giunta più numerosa, ma “fuorviante” la promessa del costo zero
Il PD contesta anche l’affermazione secondo cui l’ampliamento della Giunta avverrà “a bilancio invariato”. Secondo i consiglieri, nuovi ruoli richiedono comunque risorse e generano economie da reperire sottraendole ad altre voci più importanti per i cittadini.
Il gruppo ricorda di aver proposto alternative senza costi aggiuntivi, come l’utilizzo della figura del Consigliere delegato, già previsto dallo Statuto, per supportare il Presidente nelle molte deleghe trattenute. «Si è preferito invece rispolverare vecchie poltrone – affermano – tradendo l’idea di una Calabria moderna ed efficiente».
La distanza tra narrazione e realtà: il PD richiama i problemi irrisolti
Nella nota, il Partito Democratico accusa la maggioranza di un «autocompiacimento continuo», che rischia di occultare i problemi strutturali della regione. «Non basta non dire le cose per non farle accadere – scrivono – come nelle favole per bambini».
I dati su lavoro, reddito, povertà, servizi sanitari e spopolamento continuano a descrivere una Calabria fragile. A questo, secondo il PD, bisognerebbe dare priorità rispetto al dibattito sulle poltrone: «Per un calabrese è più importante una giunta più numerosa o un medico vicino casa? Un autobus che passa? Una scuola sicura? Un ufficio pubblico che risponde?».
I democratici concludono ribadendo il proprio ruolo di opposizione costruttiva: «Il nostro compito è proporre cambiamenti reali e fare da sentinelle, affinché la narrazione non sostituisca la realtà. Le nuove linee programmatiche parlano di una Calabria che vuole correre verso il 2030. L’unica accelerazione reale, sinora, è stata sul numero delle poltrone».