In Calabria sono oltre 500 vittime di infarto in un anno
Uno dei principali fattori modificabili nella prevenzione delle malattie cardiovascolari è il colesterolo Ldl (C-Ldl), spesso definito "colesterolo cattivo".

La Calabria registra ogni anno oltre 500 vittime di infarto, una cifra allarmante che si inserisce nel più ampio contesto delle malattie cardiovascolari, responsabili di circa 8.000 decessi nella regione. Questo dato è parte del più ampio fenomeno nazionale, con 217.000 decessi annuali in Italia, di cui 500 riconducibili specificamente all’infarto. Un dato ancor più preoccupante riguarda la probabilità di recidiva: un paziente su cinque che ha già subito un infarto rischia un secondo episodio entro dodici mesi. Questo sottolinea l'urgenza di strategie efficaci per la prevenzione e la gestione del rischio nei pazienti post-infarto.
Il ruolo del colesterolo Ldl nella prevenzione cardiovascolare
Uno dei principali fattori modificabili nella prevenzione delle malattie cardiovascolari è il colesterolo Ldl (C-Ldl), spesso definito "colesterolo cattivo". Ridurre i livelli di Ldl nel sangue è fondamentale per prevenire nuovi eventi cardiovascolari nei pazienti che hanno già subito un infarto. Su questo tema, lo studio italiano At target-It ha portato alla luce nuove prospettive. Coordinato dal professor Pasquale Perrone Filardi, direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell'apparato cardiovascolare dell'Università "Federico II" di Napoli e presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), lo studio ha coinvolto anche il Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell'Università Magna Graecia di Catanzaro. I risultati rappresentano un passo avanti significativo nella gestione del rischio cardiovascolare.
Lo studio At target-It: intervenire presto e intensivamente
Lo studio At target-It ha coinvolto 771 pazienti post-infarto, seguiti in 22 centri italiani, e i suoi risultati sono stati pubblicati sull'European Journal of Preventive Cardiology. L'approccio adottato, definito "colpisci presto, colpisci forte", si basa sull’uso intensivo di anticorpi monoclonali inibitori di Pcsk9 subito dopo l’infarto. Questo metodo ha dimostrato una riduzione dei livelli di colesterolo Ldl fino al 70%. Secondo i dati, il 68% dei pazienti ha raggiunto il livello raccomandato di C-Ldl (55 mg/dL) già al primo controllo. Questa significativa riduzione ha offerto una protezione efficace e sicura nella delicata fase post-infarto, diminuendo il rischio di nuovi eventi cardiovascolari.
Le linee guida europee e l’importanza del monitoraggio
“I pazienti che hanno avuto un infarto sono considerati ad altissimo rischio,” spiega il professor Perrone Filardi. Le linee guida europee raccomandano infatti di ridurre i livelli di Ldl a meno di 55 mg/dL, e addirittura sotto i 40 mg/dL per chi ha avuto multipli eventi cardiovascolari. Un controllo dopo quattro settimane di terapia anti-lipidica è cruciale per verificare l’efficacia del trattamento e, se necessario, ottimizzarlo. I dati raccolti dallo studio confermano una correlazione chiara: più basso è il livello di Ldl, minore è il rischio di nuovi eventi cardiovascolari. Già dopo 11 mesi, i pazienti che hanno raggiunto il target di C-Ldl inferiore a 55 mg/dL hanno mostrato una riduzione significativa del rischio rispetto a coloro che non hanno raggiunto questo obiettivo.
La partecipazione della Calabria allo studio At target-It
La Calabria ha giocato un ruolo attivo nello studio At target-It. Il professor Ciro Indolfi, docente straordinario di Cardiologia all’Università della Calabria e presidente della Federazione italiana di cardiologia, sottolinea: “Abbiamo coinvolto oltre 50 pazienti, raggiungendo nel 90% dei casi il target di colesterolo Ldl indicato dalle linee guida.” Indolfi ribadisce l’efficacia degli anticorpi monoclonali inibitori di Pcsk9, che, con l’approccio "colpisci presto, colpisci forte", si sono rivelati fondamentali nella gestione dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Questo include chi ha subito una sindrome coronarica acuta o ha avuto bisogno di uno stent coronarico.
Gli anticorpi monoclonali: una svolta nella terapia
Gli anticorpi monoclonali inibitori di Pcsk9 rappresentano una delle più importanti innovazioni nella terapia anti-lipidica. Questi farmaci agiscono bloccando una proteina che limita la capacità del fegato di rimuovere il colesterolo Ldl dal sangue. Con il loro utilizzo, i livelli di Ldl possono essere ridotti in modo significativo, offrendo protezione contro nuovi eventi cardiovascolari. Il registro At target-It fornisce una prova concreta dell’efficacia di questi farmaci nella pratica clinica, rafforzando le raccomandazioni delle linee guida europee. L’impiego precoce di questi trattamenti è cruciale per garantire i migliori risultati.
Prevenzione e sensibilizzazione
Oltre agli interventi terapeutici, è fondamentale promuovere campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione cardiovascolare. La dieta mediterranea, l’esercizio fisico regolare e il controllo dei fattori di rischio come l’ipertensione e il diabete sono elementi chiave per ridurre l’incidenza di infarti e altre patologie cardiovascolari. In Calabria, dove i dati evidenziano una situazione particolarmente critica, è necessario intensificare gli sforzi per educare la popolazione sull’importanza di uno stile di vita sano. Le istituzioni sanitarie, in collaborazione con le università e i centri di ricerca, hanno un ruolo centrale nel promuovere iniziative preventive. Grazie a studi come At target-It e all’impiego di terapie innovative, la lotta contro le malattie cardiovascolari sta facendo importanti progressi. Tuttavia, è essenziale continuare a investire nella ricerca e nella formazione dei professionisti sanitari per garantire che i pazienti ricevano le cure migliori. La Calabria, con la sua partecipazione attiva a progetti di ricerca nazionali, dimostra il proprio impegno nel migliorare la salute cardiovascolare della popolazione. Con un approccio integrato che combina prevenzione, trattamento tempestivo e sensibilizzazione, è possibile ridurre significativamente l’impatto delle malattie cardiovascolari.