Le prime mosse di Papa Leone XIV: tra spiritualità, eredità e nuove sfide globali
A sorpresa in preghiera sulla tomba di Francesco e al santuario di Genazzano

Nel pomeriggio di ieri, il nuovo Papa si è recato a sorpresa alla basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha pregato sulla tomba di San Francesco, lasciando una rosa bianca sulla lapide. Poco prima, aveva visitato il santuario della Madre del Buon Consiglio a Genazzano, nei pressi di Roma, luogo caro all’ordine agostiniano a cui appartiene anche lui. Questi gesti sottolineano il legame profondo con la spiritualità francescana e agostiniana, che sembrano ispirare le sue prime azioni da Pontefice.
Il richiamo all’eredità dei predecessori
Durante un incontro mattutino con i cardinali, Prevost ha ricordato la "preziosa eredità" lasciata da Papa Francesco e dai suoi predecessori, dichiarando la volontà di proseguirne il cammino. In quell'occasione ha anche spiegato la scelta del nome pontificale: “Ho pensato di chiamarmi Leone XIV in omaggio a Papa Leone XIII, che con l'enciclica Rerum Novarum affrontò le questioni sociali ai tempi della prima rivoluzione industriale. Oggi siamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale, segnata dall’intelligenza artificiale, e la Chiesa deve rispondere difendendo la dignità umana, la giustizia e il lavoro.”
Il clima post-conclave e le prime reazioni
Cresce l’attesa per il primo Regina Coeli del nuovo Papa, previsto per oggi. Intanto, emergono dettagli sul conclave, il cardinale del Madagascar, Désiré Tsarahazana, ha rivelato che Prevost ha ottenuto ben oltre cento voti. Il cardinale Pietro Parolin, considerato uno dei favoriti, ha commentato la sua esclusione in una lettera al Giornale di Vicenza, scrivendo: “Capisco il tifo per me, ma serve una logica diversa, di fede e di Chiesa”. Una dichiarazione che invita a leggere l’elezione del nuovo Pontefice con uno sguardo spirituale e non politico.