Roberto Occhiuto
Roberto Occhiuto

«Io non ho altre ambizioni, il mio ruolo l’ho avuto dai miei concittadini qualche settimana fa». Con queste parole il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha rivendicato il valore del consenso ricevuto, sottolineando come quel mandato rappresenti non un punto di arrivo, ma una responsabilità da mettere a frutto anche all’interno del centrodestra. Intervenendo al convegno “In libertà, pensieri in libertà per l’Italia”, Occhiuto ha evidenziato come il coraggio dimostrato nel percorso politico e amministrativo sia stato riconosciuto dai cittadini e debba ora diventare uno strumento per rafforzare Forza Italia.

Una Forza Italia più forte nel centrodestra

Nel suo intervento, il governatore calabrese ha chiarito di non coltivare ambizioni personali ulteriori, ma di voler contribuire alla costruzione di un partito più solido e credibile. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere l’esperienza maturata e il consenso popolare al servizio di una Forza Italia capace di incidere maggiormente nel quadro politico nazionale, mantenendo un ruolo centrale nella coalizione di centrodestra.

Il nodo dei diritti civili e il rapporto con i giovani

Occhiuto ha poi affrontato il tema dei diritti civili, indicando la necessità di una riflessione profonda e non eludibile. Secondo il presidente della Regione, molti giovani che non si riconoscono nella sinistra guardano al centrodestra come a una coalizione con un approccio esclusivamente conservatore. Una percezione che rischia di allontanare una parte importante dell’elettorato e che impone, a suo avviso, un cambio di passo.

Aprire il confronto sulla libertà della persona

«Occorre aprire la discussione sui diritti civili, sulla libertà della persona», ha affermato Occhiuto intervenendo anche al convegno “In libertà, pensieri liberali per l’Italia”. Un tema che, secondo il governatore calabrese, Forza Italia deve avere il coraggio di affrontare senza timori, per riaffermare la propria identità liberale e dialogare con una società in evoluzione. Un messaggio che punta a rilanciare il partito come forza capace di coniugare valori del centrodestra e attenzione alle libertà individuali, guardando con maggiore apertura alle nuove generazioni.

Elogi a Meloni e Berlusconi

Abbiamo la fortuna di avere un presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sta stupendo tutti. I gufi dicevano che quando avrebbe governato la Meloni saremmo stati marginali come Paese, invece è il leader più autorevole d'Europa e tra i più autorevoli del mondo. Il punto è: basta la Meloni al centrodestra? Non c'è forse la necessità, per chi compone il centrodestra, di aggiungere qualcosa al lavoro della Meloni? Serve quindi aggiungere un lavoro liberale che soprattutto Forza Italia può fare". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria e vicesegretario di Fi , Roberto Occhiuto, intervenendo del convegno "In libertà, pensieri liberali per l'Italia".

"E' suggestivo vederci a Palazzo Grazioli dove tutto è iniziato nella politica liberale di questo Paese con Silvio Berlusconi", ha sottolinea Occhiuto. "Credo che sia uno spazio enorme per un partito che voglia recuperare e aggiornare quella tradizione. Di interpretare un nuovo pensiero liberale che non è più quello dello Stato minimo perché servono grandi investimenti dello Stato in molti settori", ha spiegato Occhiuto.

"Se questo lavoro liberale il centrodestra non lo fa oggi, quando dall'altra parte ci sono Schlein e Albanese, quando lo dovrà fare? Oggi è il tempo", ha aggiunto.

Il referendum sulla Giustizia

"Nel referendum per la giustizia Forza Italia deve svolgere una funzione. Fa bene Meloni a non voler politicizzare il dibattito sul referendum. Ma un partito come il nostro deve intestarsi la riforma della giustizia, recuperando quel tratto del suo dna garantista che può renderlo attrattivo anche per chi, in passato ha votato dall'altra parte", dice Occhiuto.

"La riforma della giustizia è stata una bandiera di Silvio Berlusconi - ha spiegato - e sono orgoglioso di far parte di una coalizione che la riforma l'ha fatta, ma c'è tanto da fare ancora, come la più ambiziosa riforma liberale che ha avuto in Berlusconi il suo padre politico e che noi, oggi, possiamo fare".
   
"Forza Italia da qualche mese naviga galleggiando intorno all'8-9% ma c'è una grande parte di elettorato che non ha mai votato Forza Italia e potrebbe farlo, nell'interesse del centrodestra", ha detto Occhiuto.

"Non ho intenzione di candidarmi al congresso"

"Una mia candidatura al congresso del 2027? Non è all'ordine del giorno". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, al termine del convegno "In libertà, pensieri liberali per l'Italia".

"Tajani ha svolto una funzione straordinaria, tutti gli siamo riconoscenti, ha permesso a Forza Italia di sopravvivere quando nessuno ci avrebbe scommesso. Tajani, come me e altri, si è dato come obiettivo di portare Forza Italia al 20%. Io vorrei usare la mia esperienza e il mio coraggio per aiutare Tajani e Forza Italia a intestarsi questa battaglia", ha sottolineato.

"I volti nuovi? Non devono per forza essere della politica. Il mio auspicio è che il partito possa aprirsi a imprenditori, giornalisti, persone che magari non hanno lavorato nei luoghi della politica ma che possono dire e fare molto in politica", ha aggiunto Occhiuto. 

Cittadinanza e Ponte sullo Stretto

"Sullo Ius scholae occorre mettere mano a una più organica riforma della cittadinanza. Pensare a un modello di inclusione, che consenta al nostro Paese di contrastare l'inverno demografico rendendo più semplice l'accesso alla cittadinanza, credo sia una cosa assolutamente necessaria". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria e vicesegretario di Forza Italia, Roberto Occhiuto, al termine del convegno "In libertà, pensieri liberali per l'Italia".

A una domanda riguardate il ponte sullo Stretto di Messina ha risposto: "E' un'altra opera che un Paese ambizioso deve avere la capacità di realizzare, anche combattendo contro chi non vorrebbe che si realizzasse. Non mi riferisco alla Corte dei Conti, che rispetto, ma a quanti vorrebbero un Paese incapace di fare opere pubbliche straordinarie che sono, a loro volta, attrattori di altre opere pubbliche".