Minox, gli operai tornano in fabbrica dopo 56 giorni di presidio
Dopo quasi due mesi di lotta, riparte la produzione tra Bari e Calabria: “È un dono di dignità e giustizia”

Il rumore dei macchinari, le maglie bagnate di sudore e il sorriso liberatorio di chi ha resistito: i lavoratori della Minox, azienda specializzata nella produzione di contenitori per alimenti in acciaio inox, sono tornati al lavoro dopo 56 giorni di presidio davanti ai cancelli dello stabilimento di Minervino Murge, nel nord Barese. Una battaglia iniziata lo scorso 18 maggio, quando il Tribunale di Lamezia Terme, competente anche per la filiale calabrese, aveva dichiarato il fallimento dell’azienda, decretando l’esercizio provvisorio e successivamente un’ingiunzione di licenziamento.
La lotta dei lavoratori
Per settimane, 25 operai pugliesi e 12 colleghi calabresi hanno difeso con determinazione il proprio posto di lavoro, rimanendo senza stipendio né tutele per oltre tre mesi. “È stato emozionante tornare in fabbrica: siamo davvero felici – racconta Vincenzo Copeta, portavoce dei lavoratori –. Speriamo che il tavolo Sepac in Regione possa aiutarci a recuperare le somme perdute”. Con la stessa puntualità di sempre, gli operai hanno ripreso posto agli armadietti e alle linee produttive, come se nulla fosse accaduto, ma con la consapevolezza di aver vinto una battaglia di dignità.
Un segnale di speranza
La ripartenza è stata accompagnata dalla benedizione di don Peppino Balice, parroco della Madonna del Sabato, che ha invocato prosperità e giustizia per i lavoratori e le loro famiglie. Un sentimento condiviso anche dalle istituzioni locali. “La ripresa della produzione è un dono grandissimo, che restituisce dignità a chi lavora e speranza all’intera comunità”, ha commentato la sindaca Lalla Mancini. Ora gli operai attendono che le istituzioni mantengano viva l’attenzione sul futuro dell’azienda, affinché il sacrificio di questi mesi non resti vano.