Donne, lavoro e infortuni: in Calabria una sicurezza che fa ancora acqua
Nel 2025 aumentano le malattie professionali, ma calano le denunce tra le lavoratrici. L’Anmil lancia l’allarme: “Donne ancora troppo esposte, tra fatica doppia e scarsa tutela”

In Calabria, i dati sugli infortuni sul lavoro nei primi mesi del 2025 raccontano una realtà ancora difficile. Secondo l'Anmil, sono stati oltre duemila i casi denunciati, con una quota significativa che riguarda le lavoratrici. Nonostante un lieve calo rispetto all’anno precedente, il fenomeno continua a colpire duramente, segno di una cultura della sicurezza ancora da rafforzare. Tra i casi più gravi si registrano anche sette incidenti mortali, tre dei quali hanno coinvolto donne: un numero in crescita rispetto allo stesso periodo del 2024.
Donne e malattie professionali: un’emergenza sommersa
Le malattie professionali continuano a rappresentare un altro fronte critico, con numeri in aumento soprattutto in alcune province. A Reggio Calabria, ad esempio, il numero delle denunce è cresciuto sensibilmente. Eppure, se il dato complessivo regionale mostra un’impennata, quello femminile appare in calo. Un paradosso che, secondo l’Anmil, potrebbe indicare una mancata emersione del fenomeno tra le lavoratrici, spesso meno inclini o meno facilitate a denunciare i problemi di salute legati al lavoro.
Madri e lavoratrici: il doppio fardello
Il report diffuso in occasione della Festa della Mamma lancia un messaggio chiaro: in Italia le donne continuano a pagare un prezzo alto per la mancanza di politiche di sostegno efficaci. Il doppio carico della cura familiare e della vita professionale le rende le più “sacrificabili” in termini di tutele e diritti. Un contesto che contribuisce anche al calo delle nascite, alimentando quello che i demografi definiscono "gelo demografico". Senza un reale cambiamento nel sistema di welfare e nei servizi per l’infanzia, il futuro delle madri lavoratrici resta appeso a un filo sottile.