La Strage di Bologna e il calabrese sopravvissuto per miracolo: "Credevo fossero scoppiate le cucine"
Il racconto di quel giorno nelle parole del compianto attivista cosentino Angelo Gallo

Oggi per l'Italia è una data triste. Una data che va ricordata finché avremo fiato per farlo. Calabria News 24 vuole ricordare il 2 agosto 1980 con il ricordo di Angelo Gallo, compianto attivista di Cosenza, fortunatamente scampato alla strage di Bologna.
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Bologna 02\08\80,
Si accende la radiosveglia ed è già tardi. Non eravamo mai stati a Rimini (capitale del divertimento "borghese"), ma un mese passato ad accatastare mattoni a cottimo in una fornace di Zola Predosa ci aveva convinto che questa trasgressione in fondo ci toccava, ed avevamo mai prenotato una pensione per il fine settimana.
Se il giorno prima l'eccitazione ci aveva accompagnato nelle ultime spese costumini, shirt, espadrillas, e nel decidere: "Andiamo a letto presto che cosi domani partiamo presto" (e non fu prima dell'una), stamattina una sorta d'apatia ci rallenta, forse le canne di ieri. non siamo velocissimi nel lavarci. "Colazione? La facciamo per strada, dà ch'è tardi". Saliamo sul Vespone e via verso la stazione: "Fermati 'cca a 'ssu bar che c'è il telefono", non so perché ma dopo mesi che non lo facevo m'è venuta voglia di sentire i miei, la telefonata va per le lunghe loro sono in paese e devo telefonare al vicino che li va a chiamare insomma un pò nu casinu. "E menu male c'aviamu fretta". Alla fine ci siamo, via verso la stazione e questa volta per davvero. Dai siamo di nuovo eccitati, si parte zigzagando e finalmente ci avviciniamo alla stazione.
Cominciamo a notare cose tipo che il flusso di persone viene nella nostra direzione, che un fricchettone tutto traballante e infarinato ci attraversa la strada, sentiamo delle sirene, che cazzo è successo? Vigili, polizia, parcheggiamo e corriamo verso la stazione: "Ia ara m**** ch'è successu??!!".
Quello che abbiamo di fronte è ormai storia (una storia di merda). Ancora non c'erano i vigili del fuoco, ci diamo da fare per dare una mano "Ddio ddio ddio ma ch'è successu ch'è statu? una bomba, no saranno scoppiate le cucine di sotto", ed io gridavo speravo "su zumpate i cucine i sutta su zumpate i cucine i sutta", mi era impossibile non volevo credere che le cose che avevo davanti fossero frutto di una volontà, quanti di quei corpi che vedevo stesi a terra erano alla stazione come me, perché: "Bè finalmente in ferie" "Ma quando arriva sto treno del cazzo? sto aspettando l'amore mio" "Non vedo l'ora di arrivare a casa, al mare, a Roma, a Venezia...'nculu u munnu", desiderosi di godere di giorni in vacanza come era normale in quel momento "No unn'è na bbumma su zumpate i cucine i sutta.
Arrivati i vigili, le gru, ci allontanano è un lavoro da professionisti.
E' da un po' che non racconto questa storia: davvero "Ho visto cose che...", ho visto la morte, splatter, ho sentito la cattiveria, il male direbbero altri, ho passato due giorni ubbriaco ripetendo "no, sono scoppiate le cucine di sotto!" e come ancora adesso mi capita, sbagliavo.
Angelo Gallo