Calabria, dove il 118 non risponde e la gente muore
Ambulanze senza medici, attese infinite, soccorsi fantasma: nella sanità d’emergenza calabrese ogni telefonata può essere l’ultima. Intanto le istituzioni si rimpallano la colpa e le famiglie contano i morti

Calabria, terra dove il 118 non arriva e intanto la gente muore. Ma di chi è la colpa?
In un Paese civile, quando componi il numero dell’emergenza, il 118, ti aspetti che l’aiuto arrivi, rapido, competente, salvifico. In Calabria, però, quella stessa telefonata può trasformarsi nell’ultimo gesto di speranza prima di morire da soli. Ambulanze in ritardo, mezzi senza medico, postazioni scoperte, personale al collasso e intanto le vittime si moltiplicano con famiglie distrutte, comunità in lutto e nessun colpevole.
Le storie dietro i numeri: volti, nomi, agonie inutili
Serafino Congi, 48 anni, è morto a San Giovanni in Fiore mentre aspettava un'ambulanza che non è mai arrivata nei tempi utili. Tre ore di agonia e di attesa, tre ore in cui un cittadino italiano ha invocato aiuto, senza risposta, se ci fosse stato un medico disponibile, forse oggi Serafino sarebbe ancora vivo.
Gianni Mazzei, 55 anni, ha avuto un malore improvviso a Fuscaldo. La sua famiglia ha chiamato il 118, hanno aspettato 45 lunghissimi minuti. Quando finalmente è arrivata l’ambulanza, a bordo non c’era né un medico né un infermiere, l'elisoccorso si è alzato in volo, ma solo per dichiararne il decesso.
A Lamezia Terme, un uomo di 62 anni colpito da infarto si è visto arrivare un’ambulanza senza medico. Chi c’era, ha fatto quello che ha potuto, ma senza un dottore, senza farmaci, senza defibrillatore avanzato, non si salva un cuore che si spegne.
A Corigliano Rossano, invece, un 63enne ha avuto una crisi respiratoria, l'ambulanza che è arrivata non aveva nemmeno la bombola dell’ossigeno. Non parliamo di un’equipe specializzata, mancava l’aria, letteralmente. È morto soffocando, mentre i sanitari presenti cercavano di fare miracoli a mani nude.
E poi c’è l’uomo di Trebisacce, morto sul posto di lavoro, colpito da un infarto. Per due ore si è atteso un elisoccorso che era impegnato altrove. In una regione con chilometri di strade disastrate, l’aria è l’unica via rapida, ma anche quella, in Calabria, non è garantita.
Quante altre vite ci vogliono per far scattare una reazione?
Non esiste un elenco ufficiale delle vittime di questo sistema sanitario in frantumi, la sola provincia di Cosenza, secondo dati locali, avrebbe solo 47 medici attivi sul servizio 118, a fronte dei 180 necessari per coprire 30 postazioni h24, questo significa che oltre il 70% delle ambulanze potrebbero essere senza medico e quelle con medico, spesso, devono coprire distanze impossibili.
Il tempo medio di arrivo di un mezzo di soccorso in Calabria è stimato in 28 minuti, ma in molti casi documentati si parla di 40, 60, anche 120 minuti. Tempi inaccettabili, specie in casi di arresto cardiaco, ictus, traumi gravi.
Chi dovrebbe pagare per tutto questo?
Le istituzioni si difendono, parlano di carenza nazionale di medici, di difficoltà nel reclutamento, di concorsi deserti, ma intanto la gente muore.
E allora ci si chiede: è colpa dell’Azienda sanitaria che non riesce a gestire il personale? della Regione che non assume e non investe nella medicina d’emergenza? è colpa dello Stato che lascia il Sud sguarnito e isolato, come un fastidio lontano? Oppure è colpa di tutti e quindi di nessuno?
Le promesse non bastano più
L’Azienda Zero ha annunciato 20 nuove postazioni e l’aumento delle ambulanze da 52 a 167, ma se non ci fossero medici da metterci dentro, non sarebbero altro che bare su ruote.
Nel frattempo, i cittadini chiamano il 118 con la speranza che arrivi un aiuto vero, ma spesso arriva solo una sirena, e poi il silenzio.
Chi ha il coraggio di prendersi la responsabilità?
Ogni volta che un cittadino calabrese muore in attesa di un’ambulanza, c’è uno Stato che non c’è, un diritto che si trasforma in miraggio, un'intera regione che si sente sacrificabile.
Chi dovrebbe rispondere di queste morti? Chi dovrebbe vergognarsi? o forse in questa Calabria di assenze nessuno risponde più a niente nemmeno al 118.