Per la prima volta le proiezioni sull’occupazione in Calabria sfiorano numeri da record: tra maggio e luglio di quest’anno le imprese prevedono di inserire quasi 46 mila nuovi lavoratori. A divulgarlo è stato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che sui social ha parlato di «oltre 45 mila contratti in arrivo».

Il dato nasce dal sistema Excelsior, la rilevazione mensile di Unioncamere e Anpal che, tramite questionari online inviati a un campione casuale di aziende registrate nelle Camere di Commercio, misura in tempo reale il “sentiment” delle imprese sui futuri ingressi di personale.

Il balzo in cifre

45.930 assunzioni attese fra maggio‑luglio 2025
+5.620 posti rispetto allo stesso trimestre del 2024
Sud e Calabria trainano la crescita nazionale

Il rovescio della medaglia

Se da un lato la domanda di lavoro vola – spinta soprattutto da turismo e servizi – dall’altro le aziende fanno fatica a trovare i profili giusti: il 41 % delle figure ricercate risulta “irreperibile”. In cima alla lista dei “fantasmi”:
tecnici con competenze avanzate
operai specializzati
professionisti della sanità

Il paradosso è evidente: il mercato calabrese dimostra dinamicità e resilienza, ma la carenza di competenze rischia di far saltare quasi una posizione su due.

Perché succede?

1. Disallineamento formativo – I percorsi di studio e formazione professionale non seguono il passo delle richieste aziendali.
2. Migrazione di talenti – Molti giovani formati al Sud cercano opportunità altrove, svuotando il bacino locale.
3. Transizione digitale e green – Nuovi mestieri richiedono skill che ancora scarseggiano.

Che cosa serve adesso

Orientamento mirato: collegare scuole, università e ITS alle reali esigenze delle imprese.
Incentivi al rientro: agevolazioni fiscali e smart working per riportare in Calabria i professionisti emigrati.
Formazione continua: corsi brevi e modulari per riqualificare lavoratori già presenti sul territorio.

In sintesi: l’estate 2025 si preannuncia come la stagione delle occasioni in Calabria: le opportunità non mancano, ma servono competenze pronte a coglierle. Se istituzioni, imprese e sistema formativo riusciranno a colmare il gap, quel grafico che oggi punta in alto potrebbe trasformarsi in occupazione reale – e duratura – per migliaia di calabresi.