Coltivazione di Kiwi
Coltivazione di Kiwi

Negli ultimi decenni, il kiwi, noto commercialmente come actinidia, ha conquistato un posto sempre più rilevante nelle coltivazioni calabresi. Nonostante la sua diffusione risalga agli anni '60, e negli ultimi 20 anni abbia sostituito produzioni storiche come agrumi (clementine e arance), il kiwi non è ancora percepito come un frutto tipico della Calabria. Eppure, le province di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia sono oggi tra le principali produttrici italiane di kiwi, con la regione che figura tra le prime tre per superficie coltivata. È possibile dunque considerare il kiwi come un frutto calabrese? La risposta non è così semplice, ma è indubbio che la sua coltivazione stia assumendo una rilevanza sempre maggiore.

Le ragioni del successo

Le ragioni di questo successo sono molteplici. In primo luogo, i cambiamenti climatici che hanno modificato i terreni e gli habitat vegetativi, permettendo la coltivazione di frutti subtropicali come il kiwi. In secondo luogo, l'intraprendenza degli agricoltori calabresi, che, grazie all'assistenza di esperti agronomi, hanno visto nel kiwi un'opportunità per diversificare la produzione agricola. Infine, le condizioni climatiche calabresi, con estati calde e inverni miti, offrono un ambiente favorevole alla crescita dell'actinidia.

Le caratteristiche della coltivazione

La pianta dell'actinidia, rampicante e decidua, si sviluppa al meglio su terreni freschi, argillosi e ben aerati, con un pH ideale di 6.2. Le zone della piana di Gioia Tauro, Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia, grazie alla loro conformazione e al loro microclima, si sono rivelate particolarmente vocate per questa coltivazione. Le terre in leggera pendenza, che favoriscono il drenaggio dell'acqua e riducono il rischio di gelate primaverili, sono perfette per l'actinidia. In Calabria si coltivano principalmente due varietà di actinidia: Chinesis e Deliciosa, che si differenziano per le caratteristiche organolettiche e il colore del frutto. Mentre l'Actinidia Chinesis ha una buccia chiara e polpa gialla, l'Actinidia Deliciosa presenta una buccia scura e polpa verde. Sono inoltre presenti varietà più rare, come quelle a polpa rossa e bicolore, che stanno acquisendo sempre maggiore attenzione.

Il ciclo di coltivazione e i rischi

Per quanto riguarda il ciclo di coltivazione, il periodo migliore per piantare l'actinidia è tra primavera e autunno. Dopo circa tre anni dalla messa a dimora, le piante iniziano a dare i frutti. Il kiwi necessita di un clima temperato e umido, con costante umidità e pioggia, e durante il periodo di riposo vegetativo (dicembre-gennaio) può tollerare temperature anche molto basse, fino a -10/-15°C. Tuttavia, le gelate tardive, tipiche del territorio calabrese, rappresentano una seria minaccia. Per mitigare questi rischi, gli agricoltori ricorrono a impianti di difesa attiva, come gli antibrina, o a misure di difesa passiva, come le polizze assicurative mirate. La raccolta del kiwi inizia a fine ottobre e può continuare fino a dicembre, ma durante questo periodo la coltivazione è esposta a numerosi pericoli. Il cancro batterico dell'actinidia (PSA) e le avverse condizioni climatiche, che favoriscono la proliferazione di agenti patogeni, sono tra le minacce principali. Le gelate primaverili, ad esempio, possono danneggiare le gemme e compromettere la nuova vegetazione, come è successo nel 2021, quando le gelate hanno avuto un impatto devastante sulla produzione.

Kiwi calabrese

La minaccia della moria del kiwi

Un altro problema che sta minacciando seriamente la coltivazione del kiwi è la "moria del kiwi", una sindrome pericolosa che causa il disseccamento delle piante. Le prime segnalazioni della moria si sono avute nel 2012 in Veneto e si sono diffuse rapidamente anche in altre regioni italiane. Nel 2020, il Veneto aveva visto il 80% della superficie coltivata danneggiata dalla moria, mentre il Piemonte e il Friuli Venezia Giulia registravano danni significativi. Anche in Calabria, la moria è stata segnalata a partire dal 2020, con un impatto crescente sulle coltivazioni. Per far fronte a questa emergenza, è stato avviato il progetto "SOS-KIWI", un'iniziativa di ricerca triennale sostenuta da Ager – Agroalimentare e ricerca, che mira a sviluppare soluzioni efficaci per combattere la moria del kiwi. Questo progetto, che coinvolge anche l'Università di Reggio Calabria, si concentra sullo studio delle piante affette e delle interazioni tra la pianta e il microbioma del suolo, al fine di sviluppare tecniche di difesa più mirate ed efficaci.

Il futuro del kiwi in Calabria

In sostanza si può dire che il kiwi sta diventando una coltura sempre più importante per l'agricoltura calabrese, supportata da un clima favorevole e da un forte impegno degli agricoltori locali. Tuttavia, la crescente minaccia della moria del kiwi e altre sfide legate ai cambiamenti climatici e alle gelate tardive pongono sfide significative per il futuro di questa coltura. Per proteggere il settore e garantire la sua sostenibilità nel lungo periodo, è fondamentale investire in ricerca e innovazione, adottando misure preventive e tecniche di difesa avanzate. Solo con un approccio integrato sarà possibile rafforzare la posizione del kiwi calabrese nel panorama agricolo nazionale e internazionale.