Il Comune di Cosenza
Il Comune di Cosenza

Convocato dal presidente Giuseppe Mazzuca, il consiglio comunale di Cosenza si riunirà martedì 25 novembre alle ore 9.30, nella sala delle adunanze di Palazzo dei Bruzi, per una seduta aperta dedicata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’iniziativa, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, rappresenta un momento di memoria e consapevolezza per ricordare le vittime di femminicidio e ogni forma di abuso fisico, psicologico e sociale.

La convocazione fa seguito alla richiesta di un gruppo di consiglieri comunali, prima firmataria Antonietta Cozza, che hanno sottolineato come i casi di violenza sulle donne siano in costante aumento, evidenziando un’emergenza culturale e civile che coinvolge istituzioni, scuola e famiglia.

Arcangelo Badolati ospite d’onore con “Io d’amore non muoio”

Durante la seduta, il giornalista e scrittore Arcangelo Badolati terrà una relazione dal titolo “Io d’amore non muoio”, un percorso che attraversa letteratura, storia e cronaca per raccontare la violenza di genere e dare voce alle donne che, nei secoli, hanno lottato contro sopraffazioni e ingiustizie. Un viaggio che intende restituire la forza, la bellezza e la complessità dell’universo femminile, spesso violato ma mai domato.

Un invito alla partecipazione e alla costruzione di una società libera dalla violenza

Il consiglio comunale sarà aperto alla cittadinanza, alle scuole, alle associazioni e alle istituzioni del territorio. L’obiettivo è trasformare il momento istituzionale in un’occasione collettiva di riflessione e partecipazione, per ribadire la necessità di una società fondata sul rispetto, sull’uguaglianza e sull’amore autentico.

Come sottolineato nella proposta dei consiglieri promotori, il Consiglio di martedì sarà un segno concreto dell’impegno della città di Cosenza nella lotta contro ogni forma di violenza e discriminazione di genere, un gesto di responsabilità e di speranza verso un futuro in cui nessuna donna debba più “morire d’amore”.