Nei giorni scorsi la testata L’Informale ha pubblicato un articolo firmato da cinque studiosi occitanisti nel quale si afferma che “l’Occitania è pro-Israele” nel conflitto israelo-palestinese. Una posizione che ha suscitato indignazione e dure reazioni in tutte le comunità occitane d’Italia, che hanno contestato con fermezza il tentativo di attribuire un orientamento politico a un intero popolo senza alcuna legittimità rappresentativa. Alle accuse di aver parlato a nome dell’Occitania, molte realtà culturali e identitarie hanno replicato ricordando che nessuno può esprimersi in nome del popolo occitano se non gli stessi occitani.

La risposta delle comunità occitane italiane

In risposta all’articolo è stata lanciata una petizione bilingue che ha raccolto quasi 300 firme in pochi giorni da tutte le regioni italiane in cui è presente la cultura occitana, dal Piemonte alla Calabria, comprese le città dove vivono comunità occitane emigrate. A sottoscriverla non solo cittadini ma anche insegnanti, ricercatori, operatori linguistici, giornalisti, amministratori locali e professionisti della cultura. Un fronte unito, che ha visto la partecipazione non solo di occitani, ma anche di franco-provenzali e arpitani, confermando un sentire comune nel difendere valori come pace, uguaglianza e convivenza tra i popoli.

Guardia Piemontese protagonista della mobilitazione

Un ruolo attivo nella mobilitazione è arrivato anche da Guardia Piemontese, in Calabria, storica comunità occitana del Mezzogiorno. Il sindaco Vincenzo Rocchetti e numerosi esponenti dell’amministrazione comunale hanno sottoscritto la petizione, ribadendo il valore identitario del messaggio e il legame con la storia e la memoria collettiva dell’Occitania. Anche per questo Guardia Piemontese continua a rappresentare, a livello nazionale, una delle voci più vive e consapevoli della minoranza linguistica occitana.

“L’Occitania non è pro-Israele né pro-Hamas: è per la pace”

Il testo della petizione esprime una posizione netta e condivisa: l’Occitania non si schiera a favore di nessuna delle parti in guerra, ma sostiene il diritto dei popoli alla pace e all’autodeterminazione. Il popolo occitano, si legge nel documento, conosce per esperienza storica le persecuzioni, l’oppressione e la negazione dei diritti, e proprio per questo non può restare indifferente di fronte alla tragedia umanitaria in corso a Gaza. La sofferenza del popolo palestinese, vittima innocente del conflitto, viene riconosciuta come questione di civiltà e umanità prima ancora che politica.

Difesa dei valori e identità culturale

La presa di posizione delle comunità occitane italiane mira a respingere ogni tentativo di strumentalizzazione politica della loro storia e della loro cultura. Sotto la bandiera occitana, dal Nord al Sud Italia, la minoranza linguistica ribadisce il proprio impegno per la pace, la libertà e il rispetto della dignità umana. Il messaggio conclusivo della petizione riassume il senso dell’iniziativa: l’Occitania non è per la guerra, ma per il dialogo e la convivenza tra i popoli, nel solco di una tradizione millenaria fondata su cultura, identità e difesa dei diritti fondamentali.