Dalla leggenda di Ulisse alle correnti dello stretto
Un viaggio tra storia, geografia e simbolismo che continua a incantare e far riflettere

Quando Omero descrisse l’epico viaggio di Ulisse tra Scilla e Cariddi nell’Odissea, forse non immaginava che quei due mostri marini sarebbero diventati simboli eterni della paura dell’ignoto e delle sfide dell’esistenza. Eppure, a oltre tremila anni di distanza, il mito sopravvive, incastonato tra le acque agitate dello Stretto di Messina, dove la leggenda si mescola con la geografia e la tradizione.
Il mito: tra orrore e seduzione
Scilla, una creatura mostruosa con dodici piedi e sei teste serpentiformi, abitava una grotta sulle coste calabresi. Cariddi, figlia di Gea e Zeus (secondo alcune versioni), era una creatura abissale che risucchiava le acque del mare tre volte al giorno, creando vortici devastanti. Secondo il mito, Ulisse fu costretto a scegliere quale mostro affrontare per attraversare lo stretto: evitare Cariddi significava avvicinarsi troppo a Scilla, e viceversa.
Il detto “finire tra Scilla e Cariddi” è sopravvissuto nei secoli per indicare una scelta tra due pericoli inevitabili, un dilemma senza via d’uscita.
Un luogo reale dal potere immaginifico
Oggi, lo Stretto di Messina conserva quell’aura di mistero. Le correnti impetuose, i mulinelli marini e i suoni inquietanti uditi dai pescatori ancora alimentano il mito. Gli scienziati spiegano i fenomeni con la geomorfologia del fondale e la differenza di temperatura e salinità tra il Mar Ionio e il Tirreno, ma per chi vive lì – da Messina a Villa San Giovanni – Scilla e Cariddi non sono solo leggende: sono presenze culturali, spirituali e turistiche.
Il borgo di Scilla, in provincia di Reggio Calabria, ne è la dimostrazione: con le sue case aggrappate alla roccia, il Castello Ruffo e la leggendaria spiaggia di Chianalea, si propone ogni estate come una meta suggestiva, dove il mito rivive tra spettacoli, rievocazioni e percorsi guidati.
Il mito come metafora contemporanea
In un’epoca di cambiamenti climatici, conflitti globali e tensioni sociali, la vicenda di Ulisse costretto a passare tra due pericoli estremi assume nuovi significati. L’antico dilemma tra Scilla e Cariddi torna a parlare all’uomo moderno, simbolizzando le scelte difficili che ogni individuo, ma anche ogni nazione, si trova ad affrontare.
Così il mito non è solo memoria del passato, ma bussola per il presente.
Scilla e Cariddi continuano a sorvegliare il cuore pulsante del Mediterraneo. Che siano mostri o metafore, continuano a raccontare storie di coraggio, astuzia e destino. E per chi attraversa lo Stretto – in traghetto o solo con la fantasia – il brivido del mito è sempre lì, pronto a riaffiorare dalle onde.