Tragedia a Pellaro, il giallo dei due neonati morti. Il caso di Sara Genovese sconvolge la Calabria
Indagini su una doppia gravidanza nascosta, silenzi familiari e interrogativi senza risposta

È una vicenda che travolge, lacera e sconvolge. A Pellaro, frazione di Reggio Calabria, l’Italia intera è rimasta senza parole dinanzi alla storia di Sara Genovese, la giovane arrestata con l’accusa di aver provocato la morte dei suoi due figli appena nati. Un caso che ha assunto contorni oscuri e complessi, in cui verità, silenzi e omissioni si intrecciano in una trama difficile da comprendere e ancor più da accettare.
Due gemellini nati e morti nel silenzio
I due neonati – gemelli, completamente formati – sarebbero stati partoriti in casa e sarebbero morti per asfissia subito dopo la nascita, secondo le prime risultanze medico-legali. A scoprire i loro corpicini ormai senza vita è stata proprio la madre di Sara, dando impulso a un’indagine delicatissima che ha fatto emergere una realtà sconvolgente: una gravidanza portata avanti di nascosto, lontano da qualsiasi controllo medico e senza che nessuno – apparentemente – se ne accorgesse.
Una gravidanza invisibile tra negazioni e inganni
Come è possibile che una gravidanza gemellare sia passata completamente inosservata all’interno di un contesto familiare? È la domanda che scuote la comunità di Pellaro e l’intero Paese. Sara viveva con i genitori, condivideva la quotidianità con la famiglia, eppure è riuscita a mascherare per mesi la gravidanza. Una circostanza resa possibile anche dalla sua corporatura robusta, che avrebbe confuso i familiari, spingendoli a interpretare l’aumento di peso come semplice conseguenza di stress o cattiva alimentazione. La ragazza, inoltre, avrebbe continuato a fingere di avere regolarmente il ciclo mestruale, arrivando persino a chiedere alla sorella di acquistare assorbenti.
Le incongruenze e i nodi dell’inchiesta
Nonostante quanto dichiarato dalla famiglia Genovese – che ha respinto ogni ipotesi di consapevolezza – emergono elementi che sollevano nuovi interrogativi. Alcuni episodi del recente passato sembrano assumere un significato diverso alla luce dell’indagine. Nel 2022, ad esempio, Sara fu colpita da un’emorragia in casa, ma il fatto venne attribuito a una problema di poliposi e liquidato come episodio isolato.
Il dramma è esploso quando, ricoverata d’urgenza al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, i medici notarono valori anomali delle Beta HCG, compatibili con una gravidanza o un aborto recente. Sara ha negato fino all’ultimo, dichiarando addirittura di essere vergine. Un muro di bugie che si è incrinato solo con il ritrovamento dei neonati.
Le intercettazioni e il sospetto di una seconda gravidanza
Secondo fonti investigative, le intercettazioni avrebbero fatto emergere un quadro ancora più inquietante: una seconda gravidanza tenuta nascosta nel passato, mai resa nota e forse mai ricostruita fino in fondo. Dettagli che aggravano il profilo psicologico della giovane e delineano un comportamento di negazione totale e reiterata. Persino quando la sorella, lo scorso giugno, le avrebbe chiesto chiaramente se fosse incinta, Sara avrebbe risposto con un deciso, ma falso, “no”.
Una comunità sconvolta e domande senza risposte
A Pellaro si respira sgomento e incredulità. Una storia consumata in casa, nel silenzio quotidiano, sembra oggi rivelare l’abisso dell’invisibile: ciò che non si è voluto vedere, ciò che non si è saputo ascoltare. La famiglia viene descritta come unita e affettuosa, ma qualcuno avrebbe dovuto intuire, capire, intervenire. O almeno è ciò che oggi si chiede un Paese intero.
Questa non è solo una vicenda giudiziaria: è un dramma umano, una tragedia che interroga la responsabilità familiare, il ruolo dei servizi sociali, l’assenza di ascolto e prevenzione. Nella quiete apparente della provincia calabrese si è consumato un caso estremo di isolamento psicologico e negazione della realtà.